Un altro importante tassello si è aggiunto al mosaico che porterà alla realizzazione compiuta, attraverso la redazione del piano strategico, della legge regionale speciale per Taranto. Nella seduta di mercoledì 7 giugno, infatti, la giunta regionale ha deliberato (n. 899) la costituzione di un Gruppo di lavoro relativo all’attivazione di una Zes (Zona economica speciale) per l’area di Taranto. “Un risultato importante – commenta il consigliere regionale Gianni Liviano – raggiunto grazie anche all’impegno di quei consiglieri regionali tarantini con i quali abbiamo condiviso l’iter che sta portando alla nascita della legge regionale speciale per Taranto”.
Nel gruppo di lavoro sono stati designati il consigliere regionale Giovanni Liviano, in qualità di coordinatore; il prof. Antonio Uricchio, Magnifico Rettore dell’Università di Bari “Aldo Moro” (o suo delegato); il prof. Domenico Laforgia, direttore del dipartimento Sviluppo economico; il dott. Angelosante Albanese, direttore del dipartimento Risorse finanziarie; il dott. Aldo Patruno, direttore del dipartimento Cultura (o loro delegati); il prof. Aldo Berlinguer, ordinario di Diritto comparato presso l’Università di Cagliari; il prof. Giuliano Volpe, ordinario di Archeologia cristiana e medievale presso l’Università degli Studi di Foggia; il dott. Francesco Milella, esperto di sviluppo locale già consulente Ocse; il cav. Luigi Sportelli, presidente della Camera di commercio di Taranto (o suo delegato); l’avv. Sergio Prete, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Jonio (o suo delegato); l’avv. Maurizio D’Amico, segretario generale forum Zes di Ginevra.
Dopo i primi due incontri propedeutici, adesso, con la deliberazione di giunta, il gruppo di lavoro entra nella piena operatività.
“La Zes – spiega il consigliere regionale Gianni Liviano – è un’area geografica delimitata dotata di una legislazione economica differente dalla legislazione in atto e che, diversamente dalla Zona franca, beneficia di una normativa di favore più ampia. Proprio per sfruttare le condizioni di vantaggio che le Zes offrono – aggiunge Liviano -, abbiamo pensato di introdurre questo strumento nella legge regionale speciale per Taranto perchè permetterebbe la possibilità di introdurre agevolazioni di carattere fiscale, sotto forma di riduzione delle imposte sui redditi (Ires), dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap). o dei tributi locali (Imu, Tari) per gli immobili posseduti dalle imprese e utilizzati per l’attività economica, riduzione dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente. Un’occasione che, credo, vada sfruttata al massimo se vogliamo provare a creare occasioni di riscatto e di rilancio dell’area ionica. Del resto – conclude Liviano – il rapporto Svimez del 2014 evidenzia come l’istituzione delle Zes sia lo strumento ideale del rilancio economico nei tre porti di transhipment del Sud Italia: Cagliari, Taranto e Gioia Tauro”.
Nell’Unione europea esistono 12 stati che hanno zone svantaggiate all’interno del proprio territorio. Di questi, solo due non hanno attivato della Zes nel proprio territorio e sono l’Italia e la Grecia (che, però, ha chiesto ufficialmente l’attivazione di una Zes nel porto del Pireo). In Italia, le regioni ammissibili nelle quali può essere istituita una Zes sono Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. Attualmente esistono Zes in Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovenia, Portogallo e Spagna. La Polonia è la nazione che conta il numero maggiore di Zes (14) il cui principale beneficio è costituito dall’esenzione fiscale sulle imposte sul reddito.
Ma al di là degli incentivi fiscali rivolti alle imprese che intendono investire nell’area di Taranto, nella Zes si intende ricomprendere attrattori e fiscalità di vantaggio anche per le imprese culturali e creative. L’obiettivo è quello di offrire un nuovo modello di cultura di impresa partendo dalla modifica dell’attuale sistema e passare dal sostegno all’offerta, un vero e proprio aiuto di Stato, al sostegno alla domanda. Per cui la Zes va inquadrata in un ragionamento più complessivo.
“È importante – aggiunge Liviano – procedere ad una verifica dei parametri comunitari in modo da capire fino a che punto possiamo spingerci nella configurazione della Zes per Taranto. Aprirne i confini anche all’industria culturale, e aggiungerei anche all’industria culturale spinta, può ampliare i margini di sviluppo economico oltre che, appunto, culturale”.
Non solo defiscalizzazione, però, perché la Zes è anche logistica e snellezza amministrativa. Infatti, le imprese che vogliono investire sul territorio devono avere certezza sui tempi. A Dubai, zona Zes più importante al mondo, per esempio, le imprese vengono registrate in tre giorni grazie ad una società di gestione che si occupa di tutto l’iter. Non sfugge a nessuno – conclude Liviano – che è fondamentale liberare risorse attraverso un quadro normativo appropriato. È vero che è opportuno e importante un percorso di fiscalizzazione di vantaggio sul territorio ma è anche vero che, da solo, non è sufficiente a garantire l’insediamento di attività economiche; per cui sarà importante capire bene se dobbiamo puntare ad una Zes esclusivamente tematica oppure ad un mix che apra la Zona economica speciale anche a tutte le imprese che vogliano insediarsi; a strumenti che puntino alla defiscalizzazione del costo di lavoro dal momento che c’è da pensare a quanti, nei prossimi anni, usciranno dalle imprese della grande industria e dell’indotto in crisi aiutandoli a reinserirsi nel mondo del lavoro”.