Il Comune di Taranto, socio unico di AMIU S.p.A., ha approvato il bilancio 2016 della società partecipata.
Ieri pomeriggio, infatti, a Palazzo di Città si è tenuta l’assemblea ordinaria nella quale è stata discussa la performance finanziaria dell’azienda, con numeri significativi soprattutto riguardo all’utile netto (circa 763mila euro) e al margine operativo lordo (più di 2,5 milioni di euro). È il terzo anno consecutivo, quindi, che AMIU S.p.A. registra un risultato di bilancio positivo, frutto di una rinnovata gestione e del sostegno garantito dal Comune tramite la ricapitalizzazione.
«Si tratta di un risultato eccezionale – il commento del sindaco Ippazio Stefàno – che assume ancor più significato pensando alle condizioni di partenza. Dedizione, competenza e unità di intenti dell’attuale managment hanno sovvertito un destino che per molti era già segnato, insieme con la fermezza che il Comune ha mostrato in molti frangenti».
Il risanamento finanziario dell’azienda, inoltre, passa anche dall’abbattimento dell’esposizione debitoria, quasi dimezzata dal 2007 a oggi (da oltre 55 milioni di euro a poco più di 29 milioni di euro) e scesa di 8 milioni di euro solo nel 2016. Con un altro dato significativo: la riduzione della spesa per il personale, sempre nel 2016, per 1,8 milioni di euro.
«CdA e dirigenza – ha continuato il primo cittadino – hanno dimostrato che si può risparmiare. È un percorso virtuoso che l’azienda ha imboccato e che non deve abbandonare, perseguendo nella missione di coinvolgere tutti i lavoratori nell’ottenimento di questi risultati, affinché i servizi offerti siano sempre all’altezza della nostra splendida città».
La ricapitalizzazione voluta dall’Amministrazione Stefàno, quindi, ha innescato questo cambio di rotta che ha trovato nel presidente Carmine Pisano e nei componenti del CdA Erminia Irianni e Michele Matichecchia degli interpreti efficaci: «Devo ringraziarli – le parole del sindaco – perché, confermando la fiducia che avevo loro accordato, hanno lavorato con competenza e hanno dimostrato di conoscere il valore dell’appartenenza, del rispetto delle istituzioni e, soprattutto, dei soldi dei contribuenti».