Ormai la vendita dell’Ilva al gruppo Am Investco, cioè la cordata formata da ArcelorMittal, Marcegaglia e Intesa Sanpaolo è certezza. Appena si avrà l’ufficialità dal parte del ministro per lo sviluppo economico Calenda, ci aspettiamo che i nuovi proprietari mantengano le promesse e soprattutto guardino alla nostra città in toto. Che si preoccupino in primis della salute di Taranto e dei suoi abitanti e dell’ambiente, della sicurezza dei lavoratori e della tutela degli stessi. Io per primo vigilerò su tutto. La vendita rappresenta un passo in avanti per la città, una velocizzazione alla regolarizzazione dell’attività per l’ambientalizzazione dell’Ilva. Se confermassero la vendita, tutti i gufi che hanno impostato la loro campagna elettorale sulla paura e la preoccupazione dei cittadini, sarebbero sbugiardati, perché, anche se non sono noti a tutti i progetti dei nuovi acquirenti sull’Ilva, sicuramente i tempi per la modernizzazione dell’Ilva dal punto di vista sicurezza e ambiente sarebbero abbreviati.
Sarà compito del prossimo sindaco verificare che tutte le promesse vengano mantenute sia per quanto riguarda l’ambientalizzazione dell’azienda, rendendola compatibile con il territorio, incrementando la produzione rimanendo assolutamente al di sotto dei limiti che la legge nazionale ed europea impone, sia per quanto riguarda l’incremento dei posti di lavoro, facendo ritornare tutti quei lavoratori allontanati dal servizio, dando una sorta di precedenza a quelle famiglie che hanno direttamente subito il danno dell’inquinamento e assicurando che i nuovi assunti siano solo di Taranto. Da ultimo devono contribuire in maniera sensibile al miglioramento della qualità della vita del nostro territorio, partecipando direttamente a consolidare e rimordernare le infrastrutture utili alla vita sociale di Taranto. Una cosa sia ben chiara: non ci accontenteremo “di una fontanella”.