A Montemesola il topo va a scuola ma i bimbi della materna restano a casa. Giovedì mattina, i bambini della scuola dell’infanzia si sono visti catapultare in un’avventura degna delle migliori favole Disney. Solo che questa volta, Topolino non era in gita per insegnare l’alfabeto, ma si aggirava indisturbato negli armadietti.
Le mamme, ignare del nuovo “compagno di classe” peloso, non sarebbero state informate, ma lo avrebbero scoperto per puro caso. A svelare l’arcano sono stati proprio i piccoli, con quella sincerità spietata che solo i bambini possono permettersi.
“Mamma, oggi la maestra ha urlato perché c’era un topo!”, ha raccontato uno. “Un topone! Grosso così!”, ha rincarato l’altro, allargando le braccia in stile pescatore incallito.
Le maestre che si erano accorte del roditore aprendo un armadietto dal quale l’ospite è saltato fuori, nel tentativo di gestire l’emergenza con eleganza istituzionale, avevano provato a convincere i bambini che fosse tutto frutto dell’immaginazione. “È solo una favoletta”, avrebbero detto. Ma quando un’intera sezione torna a casa raccontando lo stesso topo delle meraviglie, anche la mamma più razionale ha iniziato a collegare i puntini.
Lunedì mattina, le mamme – armate di bambini e legittima curiosità – si sono ripresentate a scuola. E lì la rivelazione: non da un avviso ufficiale, non da un comunicato, bensì da una maestra della scuola elementare, in stile “passaparola tra colleghe”. Sì, c’era un topo. E no, nessuno aveva pensato di avvisarle. L’unica contromisura? La porta della stanza in cui il roditore sarebbe stato avvistato sigillata con del glorioso nastro adesivo, che secondo la leggenda popolare pare sia in grado di fermare anche i roditori più audaci.
Le maestre si sono difese con dignità e fermezza: “Abbiamo fatto il nostro dovere”. Tradotto: abbiamo visto il topo, abbiamo urlato, abbiamo detto che era una favola, abbiamo chiamato il dirigente. Stop.
Il preside Vincenzo Tavella, per parte sua, dopo essere stato informato da una maestra, ha contattato il sindaco Punzi annunciando l’arrivo di una pec che è poi arrivata solo lunedì, mentre il primo cittadino – molto più pragmatico – aveva già dato ordine di procedere con derattizzazione e sanificazione del plesso, dentro e fuori, contestualmente a un’ordinanza di chiusura dell’intero plesso, sebbene i piani superiori destinati alla scuola primaria, non fossero interessati dall’emergenza.
Al rientro dei bambini, ieri mattina, lo scenario era da film post-apocalittico: aule sporche, polvere, residui di una pulizia mai avvenuta. Nessuna traccia del topo, certo, ma in compenso abbondanza di incuria probabilmente risalente a molto tempo prima. I genitori, giustamente furibondi, hanno deciso di non fare entrare i figli e di chiamare l’Asl che, intervenuta con rigore, ha fatto le dovute verifiche, dando atto al Comune del tempestivo intervento di derattizzazione e sanificazione, ma allo stesso tempo, ha esortato la scuola a pulire sul serio.
La questione igienica non riguarda i piani superiori in cui ha sede la scuola elementare, ma solo le aule al piano terra dove i bimbi dai tre ai cinque anni frequentano la scuola dell’infanzia. Tra polvere e sporcizia che non è proprio il massimo per dei bambini così piccoli.
Proprio in virtù di ciò, il dirigente scolastico ha ritenuto opportuno emanare una nuova circolare prorogando la sospensione dell’attività scolastica della scuola dell’infanzia fino al 23 aprile, per permettere un’adeguata pulizia delle aule. E pure qui, però, ci sarebbero problemi perché a detta di alcune mamme, alcune collaboratrici scolastiche si sarebbero lamentate di doversi accollare le pulizie. Ma le pulizie spettano alla scuola e non certo al Comune che, oltretutto, a tutela della salute dei più piccoli ha provveduto alle operazioni di derattizzazione e sanificazione a prescindere o meno dall’effettivo avvistamento del roditore.
I bambini, nel frattempo, restano a casa, magari a disegnare topi. Le maestre, probabilmente, stanno ancora cercando il finale giusto per la “favoletta”. E il nastro adesivo? Forse è stato promosso a vigilante del mese.
Tutto ciò ha comunque contribuito ad alimentare la sfiducia nella scuola da parte delle mamme che hanno scoperto la presenza del topo solo dai loro bambini, confermata poi dalla premura di una docente della scuola elementare.
Una situazione che a parere di diversi genitori, andava segnalata anche a loro e non tenuta nascosta zittendo i bambini con bugie creative, dove la realtà supera la fantasia. E anche un po’ la decenza.