Il bilancio operativo della Questura di Taranto mostra numeri apparentemente rassicuranti: migliaia di controlli, centinaia di arresti, chili di droga sequestrati. Ma la realtà è ben diversa. I furti in abitazioni e negozi sono in aumento, l’insicurezza è palpabile e non è certo un’invenzione dei media o frutto di “bassa istruzione”, come insinuato con toni fuori luogo.
Dati in crescita, ma presenza sul territorio al minimo storico
Nel 2024 sono stati effettuati 4804 posti di controllo, identificando 150mila persone. Ma a fronte di questi numeri, le volanti in strada sono pochissime: oggi ne escono tre, contro le dieci degli anni Novanta. Una riduzione drastica che spiega bene il motivo per cui la criminalità, soprattutto predatoria, continua a dilagare. I 361 arresti e le 2377 denunce sono numeri importanti, ma insufficienti in un contesto dove i cittadini chiedono più protezione e meno statistiche.
Droga e armi: nuove minacce, vecchi strumenti
Diminuiscono cocaina e cannabis, ma aumentano eroina e droghe sintetiche, più pericolose e difficili da contrastare. Sequestrate 48 armi da fuoco e 107 kg di esplosivo: dati inquietanti che raccontano un territorio tutt’altro che sotto controllo.
Misure preventive inefficaci
Solo 2 sorveglianze speciali in tutto l’anno e 178 ammonimenti per Codice Rosso: dati che confermano una prevenzione spesso solo formale, mentre le violenze e i soprusi restano, in gran parte, sommersi o impuniti.
Una città che chiede protezione, non propaganda
Il bilancio esalta la presenza della Polizia, ma la verità è che nei quartieri residenziali e nelle periferie, la presenza è sporadica e insufficiente. Le lamentele dei cittadini non nascono da isterie collettive, ma da finestre spaccate, case svaligiate, negozi derubati. Continuare a minimizzare è un insulto a chi vive la paura ogni giorno.
A Taranto il problema non è la percezione: è la realtà. Le polveri sotto il tappeto ormai soffocano la verità. E chi racconta tutto questo non fa allarmismo: fa giornalismo.