L’udienza preliminare del maxi processo sull’inquinamento dell’ex Ilva di Taranto potrebbe cominciare nel palazzo di giustizia di Potenza presumibilmente entro il prossimo 15 aprile: lo si è appreso da fonti del palazzo di giustizia lucano, dopo l’ok definitivo all’utilizzo di tre aule – due al secondo piano, una al terzo – tra loro collegate in videoconferenza, arrivato nelle scorse ore.
Era infatti questo il principale problema da risolvere dal momento che la struttura lucana – dove insiste la competenza su tutte le questioni che coinvolgono magistrati del distretto di Lecce, comprendente anche Taranto e Brindisi – non dispone di adeguati spazi per ospitare la mole imponente di parti del processo. Saranno, infatti, oltre 1.500 i soggetti coinvolti, tra imputati, avvocati e parti civili, compresi i residenti nei dintorni dell’acciaieria, enti, associazioni ambientaliste e sindacati, ed il Tribunale del capoluogo lucano aveva in un primo tempo proposto un trasferimento logistico all’aula bunker di Salerno.
Il sopralluogo effettuato dai tecnici del ‘Coordinamenti Interdistrettuali per i Sistemi Informativi Automatizzati’ ha dato esito positivo, per cui la macchina organizzativa può partire. Al netto del tempo tecnico che occorre per effettuare tutte le notifiche, orientativamente il Gup fisserà la prima udienza tra il 20 marzo e il 15 aprile.
A Potenza, dove il maxiprocesso ripartirà da zero, un giudice si dedicherà in via esclusiva all’udienza preliminare. I
processi che gli erano già stati assegnati (udienze preliminari, giudizi abbreviati e riti alternativi definitori, fino al mese di luglio 2025) saranno ripartiti tra i tre colleghi rimasti, che avranno un aumento dei carichi del 20 per cento ciascuno.
Sono queste le contromisure adottate per evitare la paralisi dell’attività giudiziaria in un Ufficio del Gup che è già gravato dalla scopertura del 33 per cento, mancando due giudici su sei.
Il maxi-processo Ilva ha visto condannati in primo grado, a maggio 2021, 26 imputati, oggi diventati 23, ha generato il pronunciamento di una sentenza da 3.773 pagine, dopo cinque anni e 332 udienze di dibattimento. La Corte d’Assise d’Appello di Taranto (sezione distaccata di Lecce), a settembre dell’anno scorso, ha annullato le condanne inflitte in primo grado e ha trasferito il nuovo processo a Potenza, accogliendo un’istanza della difesa che chiedeva di non incardinare il processo a Taranto perché tra le parti civili figuravano due giudici onorari che hanno svolto funzioni di giudice di pace.