Cresce la preoccupazione che la nascita dell’ospedale San Cataldo possa essere compromessa dalle lungaggini burocratiche. A causa dell’inerzia della dirigenza dell’ASL, infatti, non solo non sono state avviate le procedure di esproprio dei suoli dove dovrà nascere il nuovo ospedale, ma non sarebbe stato ancora assegnato il progetto esecutivo. Questo vuol dire che, se entro la fine del 2017 non sarà indetta la gara e non saranno firmati i contratti con chi dovrà eseguire i lavori, i fondi stanziati per la nascita del San Cataldo andranno persi.
In questo clima di incertezza riteniamo indispensabile che vi sia una inversione di tendenza delle scelte che in materia di politica sanitaria si stanno consumando ormai da un anno a questa parte a danno della ASL ionica.
Lo ribadiamo e non ci stancheremo mai di farlo: il POC, nelle condizioni in cui oggi sta operando, produce solo disservizi significativi per i pazienti. E’ essenziale, quindi, che vi sia una redistribuzione dei carichi di lavoro tra i tre stabilimenti che costituiscono il Presidio Ospedaliero Centrale. Le lamentele sulla qualità delle prestazioni erogate ormai parlano di un sistema al collasso.
Per questa ragione riteniamo che la proposta avanzata dal Comitato per la Difesa del San Marco non solo sia ragionevole, in quanto favorisce l’alleggerimento del lavoro svolo dal SS Annunziata, ma che, attraverso uno sforzo di buona volontà politica, sia anche facilmente praticabile.
La proposta, che noi appoggiamo e condividiamo, prevedrebbe l’integrazione del presidio per post acuti, con la presenza di una struttura capace di erogare servizi in day service e day surgery di chirurgia, di ginecologia e di ortopedia. Attraverso una riorganizzazione dei reparti, la nomina di un responsabile dipartimentale di struttura semplice (per altro necessaria per garantire la continuità funzionale del San Marco anche durante l’emergenza estiva prossima ventura) e il dislocamento di un anestesista e di due fisiatri, il San Marco potrebbe erogare in media tra i 2.500 e i 3.000 prestazioni l’anno, di cui: 1.500 circa per l’ortopedia; 800 circa per la chirurgia; e fra i 400 e i 600 per la ginecologia.
Questo permetterebbe l’abbattimento delle liste e dei tempi d’attesa (attualmente di 6/18 mesi) per molte patologie a media e bassa intensità, oggi trattate dal SS Annunziata.
Auspichiamo, quindi, che lo sforzo sia massimo per evitare di perdere i finanziamenti per il San Cataldo, ma nel frattempo ci aspettiamo che questa proposta di buon senso, per altro già avallata dal dott Ruscitti, possa essere accolta e resa operativa nel più breve tempo possibile.
Grottaglie 11 maggio 2017
SEGRETERIA PD – GROTTAGLIE