Il progetto del dissalatore proposto presso il fiume Tara si trova sotto una crescente pressione critica a causa di importanti lacune nelle sue analisi economiche e nei suoi impatti ambientali. Le recenti valutazioni, unite al parere del Parco Naturale Regionale “Mar Piccolo” e ad approfondite analisi costi-benefici condotte dal Comitato per la difesa del Territorio Jonico, evidenziano che il progetto non solo presenta gravi criticità tecniche e normative, ma rischia di compromettere irrimediabilmente ecosistemi fondamentali per la regione. Chi Siamo
1. Benefici Economici Gonfiati e Confronto con Alternative Ignorato
- Analisi Costi-Benefici (ACB) incompleta: L’ACB, redatta da Deloitte, per conto del proponente, presenta benefici economici stimati su basi poco solide, tra cui risparmi ipotetici sul trasporto di autobotti e un risparmio energetico dichiarato ma non dimostrato rispetto ad alternative marine. Criticità significativamente evidenziate da un organo istituzionale quale il Comitato tecnico per le valutazioni di Impatto ambientale (CVTA) della regione nei suoi pareri.
- Alternative più sostenibili ignorate: Il risanamento delle reti idriche esistenti, che presentano perdite fino al 50%, potrebbe garantire un’efficienza idrica superiore senza impatti ambientali significativi.
2. Impatti Ambientali Irreversibili su Ecosistemi Fluviali e Marini
- Deflusso Ecologico inadeguato: È necessario per la sopravvivenza delle biocenosi del Tara prelevare una portata che consenta di rilasciare in alveo un Deflusso Minimo Vitale, il citato CTVA impone nel suo parere di prelevare non più di 1000 l/s mentre si vorrebbe arrivare a 2100 l/s tra uso ILVA, irrigazione in agricoltura, prelievi già autorizzati, a cui si vorrebbero aggiungere altri 1000 l/s per il dissalatore arrivando a 2100 l/s. Il parere del CVTA è però vincolante, pertanto il prelievo per il dissalatore ha un parere di valutazione di impatto ambientale negativo.
- Gestione della salamoia: La modellizzazione degli impatti sugli ecosistemi marini è incompleta, con il rischio di alterazioni chimico-fisiche irreversibili.
- Perdita di servizi ecosistemici: Il fiume Tara offre benefici essenziali, come la regolazione idrologica e la depurazione naturale delle acque, che verrebbero compromessi dal progetto.
3. Conformità Normativa e Parere del Parco Naturale Regionale “Mar Piccolo”
- Violazione delle normative ambientali regionali: Secondo il Parco Naturale Regionale “Mar Piccolo”, il progetto viola l’Art. 25 della L.R. n. 30/2020, che protegge habitat e paesaggi naturali. Le opere previste per il Tara sono in contrasto con la legge del parco, pertanto il parere del parco è insuperabile.
- ARPA Puglia esprime un parere negativo evidenziando numerose criticità sul progetto.
- Assenza di compensazioni: Non sono previsti interventi per mitigare gli impatti su habitat protetti o per compensare le perdite ecologiche causate dalle opere.
- Conflitto con le Direttive Europee: Il progetto non rispetta le Direttive Habitat e Acque, mettendo a rischio zone umide e corridoi ecologici vitali. Inoltre viola il REGOLAMENTO REGIONALE 10 maggio 2016, n. 6 sulla conservazione di habitat e specie di Interesse Comunitario che vieta l’alterazione dei regimi idrici nei corsi d’acqua dove è presente la lontra (Lutra lutra), si aprirebbe quindi un immediato conflitto con la UE
4. Criticità Energetiche, Economiche e Climatiche
- Emissioni di CO2 elevate: Con 20.247 tCO2eq/anno, il progetto supera la soglia di significatività climatica della BEI, richiedendo ulteriori mitigazioni non incluse nei piani attuali.
- Dipendenza dalle fonti fossili: Solo il 4% del fabbisogno energetico sarebbe coperto da fonti rinnovabili, lasciando l’impianto altamente dipendente dalla rete tradizionale.
- Il costo del litro d’acqua prodotto dal dissalatore, sarebbe molto più alto del costo che attualmente pagano i cittadini, gli alti costi di gestione si scaricherebbero quindi su di loro attraverso la bolletta.
- Con i cambiamenti climatici, la portata del Tara potrebbe ridursi a livelli tali che il prelievo del dissalatore non sarebbe consentito, si realizzerebbe quindi un’opera destinata a non funzionare, come purtroppo l’esempio del dissalatore sul fiume Chidro insegna.
5. Proposte Alternative
- Risanamento delle reti idriche: preferire interventi sulle condutture per ridurre le perdite idriche, garantendo un approvvigionamento sostenibile. Senza questi interventi si realizzerebbe l’assurdo che comunque metà delle acque dissalate immesse in rete andrebbero perse
- Prelievo di acqua dal mare, pur a fronte di maggiori costi tale soluzione assicura una risorsa certa e la preservazione del fiume Tara.
- Soluzioni basate sulla natura: Recupero delle zone umide e promozione di tecnologie per il riutilizzo delle acque reflue.
- Efficientamento agricolo: Introduzione di sistemi di irrigazione a goccia per ridurre la domanda idrica.
Conclusione
Alla luce delle criticità emerse, il progetto del dissalatore sul fiume Tara appare non solo inadeguato per garantire una reale sostenibilità economica e ambientale, ma in contrasto con normative sovraordinate e potenzialmente dannoso per il patrimonio naturale della regione. L’impressione che si voglia utilizzare il finanziamento ora disponibile, senza una progettazione e una analisi adeguata dell’opera, appare un dubbio concreto; visto anche che l’opera ancora in valutazione deve essere completata entro il 2026 data troppo vicina. Il parere vincolante del Parco Naturale Regionale “Mar Piccolo” rafforza la necessità di riconsiderare l’opera, orientandosi verso alternative più sostenibili e rispettose delle normative.
Il comitato per la difesa del territorio Jonico
Chi siamo?
Il Comitato per la Difesa del Territorio Jonico si è costituito nell’ottobre 2023 in occasione di sit-in organizzati contro il progetto di realizzazione di un dissalatore presso il fiume Tara. Questa iniziativa ha visto la partecipazione di diverse associazioni locali, unite dalla volontà di proteggere il patrimonio ambientale della provincia di Taranto. Da allora, il Comitato si è impegnato attivamente in azioni di sensibilizzazione e advocacy per la tutela delle risorse naturali locali.
Attività Svolte Finora
Il Comitato ha intrapreso diverse iniziative per contrastare il progetto del dissalatore e promuovere alternative sostenibili:
- Presentazione di una mozione al consiglio comunale per richiamare l’attenzione delle autorità locali sulle criticità del progetto (marzo 2024)
- Predisposizione e invio di osservazioni critiche dettagliate, basate su analisi tecniche e normative, per evidenziare i rischi associati al progetto (marzo 2024).
Il comitato ha inoltre
- predisposto una raccolta firme sulla piattaforma change.org (raggiungibile al link https://chng.it/97RzR7sByH);
- Istituito un gruppo Facebook (Comitato per la difesa del territorio jonico);
- Realizzato un sito web per la divulgazione delle problematiche e delle iniziative messe in campo dal comitato (https://sites.google.com/view/uniti-per-taranto/home);
- Avviato una campagna di comunicazione attraverso la presenza in ogni convegno al quale abbiamo potuto partecipare (Fiera del mare 2024, interviste tv, giornali, etc.).