Il 4 dicembre prossimo scade il termine per Enti e Amministrazioni per presentare i pareri sulla richiesta di Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale – PAUR – finalizzato alla riapertura della discarica ex Vergine, oggi Lutum (quest’ultima impresa riconducibile alla CISA Massafra). A ricordarlo è l’associazione Attiva Lizzano, che negli anni si è distinta nella battaglia sulla chiusura di un impianto il quale ha creato molti problemi di naturale ambientale e di salute nelle comunità in cui si trova il sito. Ora c’è la possibilità che la discarica possa riaprire: lo chiede, da tempo, la Lutum che ha preso in carico il sito e che, a quanto sembra, sta per centrare l’obiettivo nonostante le proteste delle comunità locali.
Il sito si trova in contrada Palombara, isola amministrativa di Taranto, ma in effetti nei pressi di comuni come Monteparano, Lizzano, Fragagnano, Faggiano e Roccaforzata. La discarica, ricordiamolo, è chiusa e nel corso degli ultimi anni è stata al centro di proteste e battaglie legali. La Provincia di Taranto, come detto, ha dato il via al processo amministrativo per il PAUR, nonostante – a quanto sembra – i lavori di messa in sicurezza non siano stati completati. Come ricorda proprio Attiva Lizzano, di recente nel corso di una visita ispettiva dell’ARPA un paio di funzionari della stessa sono stati colti da malore, così come i cittadini residenti nelle vicinanze segnalano una puzza definita insopportabile. Insomma, ci si chiede: possibile che non si tenga di tutto ciò?
Fatto sta, tornando al 4 dicembre, solo alcuni comuni hanno inviato osservazioni: Carosino, Faggiano, Monteiasi, Montemesola, Monteparano, Roccaforzata, Sava, San Marzano (l’Unione dei Comuni di Montedoro), oltre che Leporano, Pulsano, Lizzano, Torricella, Maruggio, Fragagnano, Avetrana (l’Unione dei Comuni Terre del Mare e del Sole), nonché Grottaglie. Grande assente, almeno, sinora è proprio il Comune di Taranto, anche se alcuni consiglieri comunali hanno sollecitato l’amministrazione guidata da Melucci. C’è di più. Come segnala, sempre Attiva Lizzano, mancano i pareri di diversi enti (per esempio, Regione, Provincia e ARPA), mentre l’unico è quello della ASL SISP (Servizio Igiene e Sanità Pubblica).
Si ha, dunque, la netta sensazione che sulla vicenda ci sia quantomeno del lassismo colpevole, se non proprio un totale disinteresse (voluto?). La conferenza dei servizi è fissata per il 10 dicembre: in quella data si deciderà il futuro della Lutum e con essa la… salute dei cittadini, diciamolo pure.
Perché, inutile girarci intorno, la discarica muove fior di quattrini, è un affare di diversi milioni di euro pronti a finire nelle casse della società. Per carità, nessuna preclusione all’impresa privata, ma c’è da chiedersi: perché mai questo territorio deve sempre pagare visto e considerato che da decenni è messo a durissima prova da grandi industrie, discariche a go go, termovalorizzatore e consumo del suolo perpetrato negli anni?
La difesa dell’ambiente passa anche da scelte difficili ma coraggiose. Il business dei pochi non può diventare una costante come lo è stata finora: possibile invertire la rotta una volta tanto? O si è ambientalisti solo e soltanto quando si parla di ex Ilva? Possibile, e finiamola qui, una volta tanto sentir parlare di comunità energetiche, forestazione e maggior cura del verde urbano, impianti a energia pulita sugli edifici pubblici, viabilità cittadine a basso impatto ambientale, più piste ciclabili e tutte quelle azioni che contribuiscono ad aumentare la qualità dell’aria che si respira? Già, forse siamo troppo sognatori…