Torna a Taranto la Festa dei Popoli diocesana, manifestazione che, giunta alla quattordicesima edizione, si terrà nel pomeriggio di domenica prossima, 14 maggio, presso la Concattedrale “Gran Madre di Dio” di Taranto, sul cui sagrato le comunità etniche allestiranno stand culturali, artigianali, gastronomici, mostre, performance e spettacoli folkloristici con canti e musiche etniche.
La Festa dei Popoli diocesana 2017 è organizzata dall’Ufficio diocesano Migrantes di Taranto in collaborazione con diversi uffici diocesani, parrocchie, scuole, scout e associazioni locali: Stella Maris, Comunità Etniche, Missionari e Missionarie della Consolata, Caritas, A.S.E.R., Ufficio Missionario, Missionari Saveriani; l’iniziativa si avvale del patrocinio del Centro Servizi Volontariato Taranto.
Momento clou sarà la celebrazione eucaristica della Festa dei Popoli diocesana che sarà presieduta in Concattedrale, alle ore 16.30, da S.E. Monsignor Filippo Santoro, l’Arcivescovo di Taranto con il quale concelebreranno sacerdoti di diverse etnie presenti nella diocesi; polacca, rumena, albanese, nigeriana, ucraina, eritrea, congolese e cingalese; in questa particolare celebrazione, infatti, si inviteranno i presenti ad esprimere la propria fede con i loro suoni e le loro tradizioni.
In seguito i partecipanti effettueranno sul sagrato una visita agli stand culturali con la degustazione dei prodotti tipici preparati dalle varie etnie, nonché assisteranno a performance con canti e musiche etniche, intercalate da testimonianze vissute.
La Festa dei Popoli diocesana quest’anno ha come tema “Da sconosciuti a fratelli” e, come ha spiegato il direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes, Marisa Metrangolo, «rappresenta un momento molto importante per la città in tema di integrazione, multietnicità e intercultura. È un fattore di coinvolgimento e di attrazione per l’intera cittadinanza, nonché un’ottima occasione per attutire eventuali tensioni sociali».
«Infatti anche in questa edizione la Festa dei Popoli diocesana – ha poi detto Marisa Metrangolo (in foto) – si conferma come uno spazio di dialogo tra diverse culture e tradizioni dei popoli, entra in contatto diretto e personale con la “mondialità” che è presente tra noi. Promuove la cordiale convivenza e la reciproca integrazione».