In data 17 luglio 2024, militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Taranto hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica ionica, applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari e del divieto temporaneo di esercitare l’attività di impresa per 12 mesi nei confronti di un imprenditore della provincia di Varese, indagato per bancarotta fraudolenta aggravata, occultamento della documentazione contabile e autoriciclaggio.
Il provvedimento cautelare rappresenta l’epilogo di un’attività investigativa svolta su delega della Procura della Repubblica di Taranto, a seguito del fallimento, nel 2022, di una S.r.l. amministrata dall’imprenditore varesino ed operante nel settore della fabbricazione di macchine ed apparecchi per le industrie chimiche, petrolchimiche e petrolifere, la cui sede legale, nella fase prefallimentare, era stata trasferita da Tradate nel capoluogo ionico.
Gli approfondimenti investigativi condotti dai Finanzieri, coordinati dall’Autorità Giudiziaria inquirente, hanno consentito di acquisire plurimi elementi indiziari in capo all’imprenditore e ad altri cinque indagati, in ordine alla fraudolenta distrazione dell’intero patrimonio aziendale dell’impresa sottoposta alla procedura concorsuale, del valore complessivo di circa 1 milione di euro, a favore di due società con sede in provincia di Varese, riconducibili di fatto al medesimo imprenditore. Queste ultime, in particolare, avrebbero illegittimamente beneficiato delle disponibilità finanziarie, del patrimonio aziendale, dell’avviamento, nonché delle maestranze dell’azienda fallita ormai gravata dai debiti e non più in grado di operare in quanto “svuotata” delle proprie risorse.
In considerazione degli elementi raccolti nel corso delle indagini, la l’Autorità Giudiziaria ha altresì disposto il sequestro dell’intero compendio aziendale e delle quote sociali di una delle imprese beneficiarie del patrimonio della fallita, nonché di un immobile, per un valore complessivo stimato di circa 400 mila euro.
La società sequestrata è stata affidata ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Taranto.
Per il principio di “presunzione di innocenza” la responsabilità delle persone sottoposte a indagini sarà definitivamente accertata solo nel caso in cui intervenga una sentenza irrevocabile di condanna.