Sabato 15 giugno, alle 19.30, sarà inaugurato e consegnato alla comunità, un nuovo parco giochi in via Madonna del Rosario a Montemesola e la relativa piazzetta intitolata a Sandro Pertini.
Il parco, con giochini nuovi per i bambini, sarà invece intitolato a Ida Ferrajolo, ostetrica condotta che dal 1948 al al 1974, ha fatto nascere a Montemesola ben 3500 bambini.
Si tratta della figura della levatrice, volgarmente conosciuta come “mammara”, la comare di tutto il paese, con il delicato compito di seguire le gestanti durante la gravidanza, nelle fasi del parto e anche dopo la nascita del piccolo.
Ida Ferrajolo che non era di Montemesola, ma vi ha vissuto tutti i suoi anni di professione, ha accudito tantissime mamme, guadagnandosi stima e rispetto e presenziando ad ogni cerimonia battesimale.
Chi era Ida Ferrajolo
Ida Ferrajolo nasce a Catanzaro dove insieme ad altre due sorelle consegue il diploma di ostetrica presso la scuola dell’ospedale cittadino.
Dopo un periodo di tirocinio effettuato nei paesi limitrofi di Catanzaro giunge a Taranto; in questa città partecipa e vince un concorso per ostetrica condotta in alcuni paesi della provincia tra cui Montemesola.
Scelse la sede di Montemesola e dal 1948 inizia il suo lavoro di levatrice o “mammara” come veniva appellata in paese.
Lavoro che ha svolto con dedizione, amore e tanta disponibilità anche se inizialmente accolta da una certa diffidenza da parte della gente per colpa di alcune critiche messe in giro dalla precedente “levatrice” che era soltanto una persona pratica ma sprovvista di titolo specifico.
Ben presto però la gente si rese conto della sua grande professionalità e disponibilità nei confronti delle gestanti che assisteva amorevolmente dall’inizio alla fine della gravidanza e anche dopo la nascita del bambino, si prendeva cura sia del piccolo che della madre.
Spesso trascorreva intere giornate e anche nottate vicino alle partorienti aspettando pazientemente che il bambino potesse nascere nella maniera più naturale; solo in caso di problemi di una certa gravità ricorreva all’aiuto del dottor Fortunato, il medico condotto.
Oltre alle prestazioni professionali spesso aiutava le famiglie che avevano bisogno fornendo loro il necessario per la cura e l’igiene dei piccoli.
La sua attività veniva svolta sia in paese che nelle campagne circostanti dove molte famiglie risiedevano e gli spostamenti avvenivano a piedi o qualche volta con un calesse.
In quel periodo l’indice di natalità era molto alto, le famiglie numerose, per cui il lavoro la teneva lontano da casa.
Ha prestato servizio fino agli anni 1975/76 quando le donne in gravidanza preferivano fare ricorso alle prestazioni ospedaliere; ma anche in queste occasioni le gestanti volavano essere seguite dalla “comare” durante la degenza e pure dopo il rientro a casa.
Naturalmente era di rito che presenziasse a tutte le cerimonie di battesimo.
In occasione del pensionamento, l’ordine delle ostetriche della provincia di Taranto le ha conferito il diploma e la medaglia d’oro “una vita per la vita”.
Ida Ferrajolo si è spenta nel 2006.