Partenza di tutto rispetto, ieri venerdì17 maggio, a Massafra per l’edizione 2024 della “Stramassafra 2.0” organizzata dalla a.s.d. “Team Nuova Podistica Massafra”.
La sala conferenze del palazzo della cultura “Nicola Lazzaro” gremita ha accolto la presentazione, in prima nazionale, di “Nella polvere che sollevo – storia di una runner” libro scritto dall’atleta massafrese Luisa Zecchino edito da “Altrimedia Edizioni”. L’evento rientra nel cartellone della rassegna “Il Maggio dei libri”.
In apertura il benvenuto della presidente a.s.d. “Team Nuova Podistica Massafra” dottoressa Marianna Fiorillo che ha introdotto i lavori.
Non è mancato il saluto dell’amministrazione comunale portato dal vicesindaco Domenico Lasigna, dall’assessore allo Sport Rosa Termite e dal consigliere delegato alla Commissione Pari Opportunità Elena Marzia. Corale il plauso tributato dagli amministratori agli organizzatori per aver coniugato lo sport con la cultura attraverso l’incontro con l’autrice che rappresenta un’eccellenza del territorio.
Presenti anche i vertici FIDAL. Nel loro indirizzo di saluto, il presidente del Comitato Regionale FIDAL Puglia Giacomo Leone ed il maratoneta olimpico e fiduciario tecnico Fidal Puglia Ottaviano Andriani, hanno elogiato l’atleta massafrese la cui storia trasuda fatica ed emozioni ed insegna che per rialzarsi da una caduta occorre tanta forza.
Gabriella Lanizllotta, direttrice editoriale di Altrimedia Edizioni, ha raccontato il progetto editoriale alla base della fatica letteraria di Luisa Zecchino: « “Nella polvere che sollevo” – ha spiegato – fa parte della collana “Generazione di fenomeni” un progetto editoriale in cui convogliano storie di eccellenze, di fenomeni appunto, dimostrazione concreta che i sogni non sono utopie irrealizzabili. Nella società odierna è molto diffusa la “mania della performance”, dobbiamo insegnare ai ragazzi che anche l’errore è importante per crescere e che il sogno va inseguito anche se costa sacrificio.»
Si è entrati nel vivo della presentazione con l’intervista all’ex ultramaratoneta curata dalla dottoressa Fiorillo.
Dopo la proiezione del breve ma incisivo documentario realizzato dalla nipote di Luisa Zecchino, Stella è stato offerto al numeroso pubblico il racconto della genesi del libro: «Ho messo su carta le mie emozioni – ha spiegato l’autrice – perché desideravo mettere a disposizione degli altri la mia esperienza. Non è stato semplice scrivere e rivivere i momenti legati all’incidente.»
Nel suo libro, Luisa Zecchino si racconta: «Un ricordo legato alla mia infanzia – confida – sono le estati trascorse in campagna dove potevo correre libera sulla terra rossa arsa dal sole. Così è nata la mia passione per la corsa che per me significa libertà. Dalla polvere rossa della terra che sollevavo da bambina in campagna sono poi arrivata alla sabbia del deserto del Sahara »
Dall’autrice i no che fanno crescere: «La mia famiglia – ricorda scavando nel suo passato – era contraria al fatto che io intraprendessi la carriera agonistica, quelli dei miei genitori sono stati i primi “no” che ho ricevuto ma non gli unici. Ho dovuto superare il pregiudizio per approcciare ad un ambito per la maggior parte maschile.» Poi sono arrivati i sì: «Mio marito – ha affermato la Zecchino – mi ha aiutata a credere che “L’impossibile può diventare possibile”, è così che sono andata avanti nonostante i no della mia famiglia. Proprio quei no mi hanno portata ad essere quella che sono oggi.»
Immancabile il racconto dell’incidente:« Il 15 ottobre 2017 – ha ricostruito la Zecchino – mentre mi allenavo come al solito sono stata investita da un’auto. Non ricordo nulla dell’impatto, ma ricordo i giorni passati in ospedale. Ho incontrato medici eccellenti che mi hanno rimessa in piedi quando non si sapeva se avrei superato la notte, ho riportato un forte trauma cranico e molteplici fratture. La ripresa dopo l’incidente è stata lunga e faticosa – ha ammesso – ma volevo farcela, volevo ricominciare a correre. Con tanta forza e determinazione ho ricominciato ad allenarmi e così ho iniziato la mia nuova vita.»
L’esperienza da scrittrice dell’atleta: « Scrivere questo libro – ha dichiarato la Zecchino – è stato come fare un tuffo nel passato e mi ha dato lo stimolo per proiettarmi verso il futuro, verso nuove sfide e nuove avventure. Una di queste è il ciclismo; visto che ora non posso più correre, ho deciso di gareggiare in bicicletta.»
Diversi i videomessaggi di saluto pervenuti per l’occasione da colleghi atleti, allenatori ed amici.
La collega ed amica Lorena Brusamento, l’allenatore Sergio Orsini, diversi amici tra cui Alessandro Caporosso sono solo alcune delle persone che non hanno voluto far mancare la loro presenza attraverso un video.
«Proprio grazie all’allenatore Luca Sala – ha ricordato la Zecchino – ho ripreso ad allenarmi. Luca ha organizzato la “Rare Words Run 2018” per far conoscere la storia di Davide e dei ragazzi affetti della sua stessa patologia rara e sostenere le sue costosissime cure. Non potendo ancora percorrere le lunghe distanze a causa dell’incidente, ho chiesto a Luca di poterlo accompagnare nell’ultimo tratto, quello che sarebbe terminato in Vaticano. Accompagnarlo nell’ultimo tratto della sua impresa è stato lo sprone per tornare in pista ad allenarmi nonostante le difficoltà ed i problemi di salute. I primi tempi – ha concluso – non volevo neppure sentire parlare del luogo dell’incidente. Il momento in cui sono riuscita a tornarci, il luogo della mia morte si è trasformato nel luogo della mia rinascita.»
Grandi emozioni ha suscitato la testimonianza dell’ex ultramaratoneta che rappresenta un esempio di forza e resilienza oltre che una grande storia di sport.
Gli eventi collaterali alla “Stramassafra 2.0” continuano questa sera alle 18:30 nel teatro comunale “Nicola Resta” con la cerimonia di premiazione del concorso “Stramassafrarte 2.0” dedicato all’artista massafrese Nicola Andreace. La seconda edizione del concorso artistico rivolto alle scuole di ogni ordine e grado lo celebrerà nel decennale dalla sua scomparsa.