E’ stato un grande successo di pubblico e di partecipazione il IX Raduno Centro Sud Italia dell’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria, in corso di svolgimento a Taranto.
Oltre 300 poliziotti in congedo, provenienti dalle Sezioni ANPPE del Centro e Sud Italia, si sono concentrati, con i labari sezionali, in piazza Della Vittoria, dove è stata deposta una corona al Monumento ai Caduti,poi hanno sfilato in via D’Aquino fino a Piazza Maria Immacolata: dopo gli interventi delle Autorità ed il saluto del Sindaco, Rinaldo Melucci, sono state consegnate targhe ed attestati di benemerenza ai Soci.
Gli alunni dell’Istituto Comprensivo XXV Luglio – Bettolo di Taranto hanno cantato il Canto degli Italiani mentre il Parroco Don Francesco Mitidieri ha benedetto la corona poi deposta al Monumento. Tra gli interventi, quello del ‘padrone di casa’ Vincenzo Toscano, presidente della Sezione di Taranto. Momenti di commozione si sono vissuti nel ricordo di Marcello Palermo, Sostituto Commissario di Polizia Penitenziaria, già Comandante della Casa circondariale “Carmelo Magli” e promotore della Sezione ANPPE in città, ‘storico’ sindacalista del SAPPE, ricordato alla presenza della moglie e del figlio.
“Questa Associazione è un faro di legalità composto da tutti i validi uomini e donne che hanno servito lo Stato, come poliziotti penitenziari. Un ruolo difficile e di prima linea, poiché non è cosa facile stare tutti giorni a contatto con le diverse tipologie di detenuti, che rappresentano una popolazione spesso emarginata e dimenticata, con loro però troppo spesso ci si dimentica di chi vive quasi come un recluso, circondato da celle e sbarre come i poliziotti penitenziari”, spiega il Presidente nazionale dell’ANPPE Donato CAPECE. “Tra i primi impegni, quello di offrire la nostra disponibilità ai Comuni per concorrere alle attività di protezione civile e di ausilio alle Forze di Polizia nei servizi di prevenzione e sicurezza sul territorio”.
Capece evidenzia come, in questo momento storico, “l’ANPPE è un solido ponte sul quale far incamminare uomini e idee, per il passaggio dal vecchio al nuovo e con tanti di noi provenienti dal glorioso Corpo degli Agenti di Custodia e dalla Polizia Penitenziaria. E, pur tuttavia, ciò non significa fossilizzarsi nei ricordi, ma piuttosto aver fiducia nel futuro e guardare ad esso con la voglia di tramandare quella tradizione e quell’esperienza da cui i giovani possano trarre spunti di confronto e di riflessione. In un mondo in cui tutto si consuma in un mordi e fuggi, tenere alti i valori ricordando il passato in prospettiva di migliorare il presente e il futuro, appare come un doveroso obbligo verso noi stessi, verso coloro che ci hanno preceduto e verso coloro che verranno”.