Ci sono voluti 18 mesi, conferenze stampa, interventi pubblici, denunce politiche, interrogazioni parlamentari e appelli dei sindaci fino a stamattina perché la montagna partorisse il topolino.
Ma se è questo quello che serve affinché il Governo porti a Taranto il rispetto che merita, noi continueremo.
Questi decreti sono il risultato del nostro costante lavoro di stimolo al Governo; sono il prodotto della sentenza della Corte Costituzionale, intervenuta per ricordare a tutti che la Costituzione e i suoi princìpi non sono in discussione.
E tutto questo con la complicità dell’amministrazione comunale e il silenzio assordante del centro-destra ionico.
18 mesi ritardi dall’annunciata nomina del commissario ad oggi.
18 mesi per essere fermi sugli stessi progetti (sui quali torneremo) che più volte da dentro la macchina amministrativa ho provato a dire che c’erano e che con le risorse sarebbero stati immediatamente appaltabili.
18 mesi che avremmo potuto risparmiare e che avrebbero potuto produrre già i primi risultati con il vecchio comitato e nel rapporto tra questo, Comune e Regione.
Ora però mancano le risorse liquide in cassa per bandire le gare e per questo, con la stessa forza di chi difende un territorio con orgoglio e amore, continueremo la nostra battaglia perché non si perda più tempo. Per Taranto, per la nostra provincia oggi difesa dai sindaci e per la Puglia.