Riparte domani, dopo una interruzione, il Treno Nastri 2 nello stabilimento ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria.
Attualmente l’impianto processa circa 150mila tonnellate di bramme d’acciaio al mese che poi divengono coils, rotoli. Un quantitativo nettamente inferiore alle 500mila tonnellate mensili del passato, quando era in attività anche il Treno Nastri 1. Ma oltre questi livelli per ora non si può andare poiché, con un solo altoforno in marcia, il 4, e per giunta a passo ridotto, da lavorare – come acciaio – c’è davvero poco.
Questo a conferma di come la situazione dell’acciaieria resti critica. Ripartirà infatti un altro altoforno, il 2, ma solo nei prossimi mesi, forse a fine estate. Attualmente l’impianto è svuotato e primi passi verso la ripartenza dovranno essere l’acquisto delle materie prime e l’individuazione dei necessari ripristini. Oltre all’altoforno 2, è fermo anche l’1, per il quale però si stimano tempi di ripresa più lunghi. Resta intanto in sofferenza l’indotto che lavora con l’ex Ilva.
“Domani pomeriggio – dichiara Fabio Greco, presidente dell’associazione di imprese Aigi – terremo un’assemblea. Non ci sono arrivati i segnali che attendevamo in questi giorni. Dai commissari di Acciaierie la conclusione della certificazione dei crediti in modo da poter usufruire delle misure di sostegno di Sace, dal Mediocredito centrale l’avvio della consultazione per i finanziamenti destinati alle pmi e dal Governo la convocazione, da parte del ministro del Lavoro, Calderone, per l’accesso ai nuovi ammortizzatori sociali previsti dall’ultimo decreto, ovvero le dieci settimane aggiuntive di cassa. Su questi fronti siamo ancora in attesa di risposte”.