“La situazione è molto grave. Imprese e lavoratori non sono nelle condizioni di andare avanti dopo due mesi di fermo. Non era mai accaduto”. Lo dichiara Aigi, l’associazione delle imprese, a proposito dell’indotto che ruota attorno ad Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva. “Le aziende sono ferme – dice Aigi – perché non vengono ristorate ma comunque non si comprende come, in assenza di materie prime e programmazione delle attività, potrebbero essere garantiti ordini che consentirebbero alle aziende di riprendere a lavorare”. Aigi afferma che “la cassa integrazione richiesta per i 2600 lavoratori non è stata ancora approvata dall’Inps in attesa che il decreto diventi operativo mentre stanno per arrivare le scadenze di giorno 16, tra una settimana, data entro la quale vanno onorati contributi previdenziali, finanziari e Iva. La conseguenza sarà che aziende che non risulteranno in regola con il Durc non potranno partecipare a eventuali gare d’appalto che consentirebbero la diversificazione produttiva”.
L’indotto di Aigi assicura di aver “fiducia nel lavoro che Governo, Sace e commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, stanno svolgendo al fine di trovare una soluzione che riguarda l’intricata questione dei crediti maturati dalle aziende dell’indotto. Risoluzione che consentirebbe la continuita’ aziendale delle aziende dell’appalto strategico di ex Ilva e il rilancio produttivo dello stabilimento siderurgico. L’approvazione degli emendamenti a modifica, anche se parziale, del decreto ne e’ la prova” si sostiene. “All’indomani del vertice convocato in prefettura a Genova alla presenza del ministro Adolfo Urso, Aigi attende, come da accordi, la convocazione nelle prossime ore di un tavolo tecnico con Sace, i tecnici del Governo, Ifis, istituti bancari, i commissari e la Regione Puglia”. Questo, si afferma, “al fine di condividere una soluzione che possa consentire alle aziende di attuare la cessione in pro soluto dei crediti agli istituti bancari con la garanzia del gruppo assicurativo finanziario controllato dal Mimit cosi’ come previsto dal dl 9/24 gia’ approvato dal Senato”.