Di tutta la triste vicenda dello stadio “Iacovone” resta la certezza di quanto la compagine guidata da Rinaldo Melucci sia inadeguata.
Al netto di chi rilasci dichiarazioni, delle parole degli amministratori rimane una cosa sola: non capiscono quanto il calcio sia importante per la nostra città.
Quello che avrebbero dovuto fare era mettersi umilmente al fianco della squadra e della società e capirne le difficoltà; ma per tempo e non riservandoci l’immagine di un sindaco in maglietta rossoblù che lascia quell’unica partita a cui ha assistito alla fine del primo tempo.
Dal 2019 duole rilevare come non si è pensato a soluzioni reali. Ci hanno raccontato e illuso con un project financing mirabolante, ma concretamente inesistente, hanno insistito quando chiunque intorno gli diceva di cambiar strada e oggi vogliono farci credere di aver aggirato il problema.
Ma la verità è che si sono accumulati ritardi che si abbatteranno sui risultati eroici della squadra e di mister Eziolino Capuano, al quale dovrebbero chiedere una consulenza per capire come si entra in sintonia con la comunità.
Noi siamo solidali con i tifosi, con la squadra e con la società, e ci scusiamo anche per non esser stati sufficientemente incisivi quando abbiamo detto che bisognava trovare soluzioni alternative e tempestive alla ristrutturazione e al “trasloco”.
Perché Brindisi è un pannicello caldo, e nemmeno tanto, se alcune questioni non dovessero essere definite. Parliamo dell’omologazione: è realmente effettiva? E ancora, i lavori che interesseranno lo stadio, come impianto per i Giochi del Mediterraneo, quanto dureranno? Per l’iscrizione al campionato da fare entro giugno sarà tutto pronto? E per l’ordine pubblico, siamo certi che le prefetture consentiranno ai tifosi rossoblù di assistere alle partite?
All’amministrazione servirebbe l’umiltà di rispondere a queste domande con concretezza, la stessa che il Taranto mette in campo macinando risultati in una condizione di assoluta precarietà non certo per loro responsabilità.