Le potenzialità della tecnologia e della trasformazione digitale sono sempre più visibili nella vita quotidiana di cittadini ed imprese. La Puglia e la provincia di Taranto non sono certo immuni a questo cambiamento. Nessuna industria è immune a questo cambiamento, in Italia e nel mondo.
Come il settore di design e di arredamento che sfrutta le possibilità della tecnologia per creare prodotti innovativi come la lampada con lente ingrandimento. Ideale per lavorare in ambienti chiusi e con poca luce, queste lampade permettono di non affaticare occhi e vista mentre si controllano circuiti, componenti e gioielli.
Un’altro settore che usa la tecnologia per il suo sviluppo e per raggiungere potenziali clienti in tutto il mondo è quello dell’energia rinnovabile. Un settore che può fare la differenza nell’industria della città di Taranto e della provincia. Per questo, Shell Energy Italia ha scelto l’area industriale del borgo di Talsano per il suo nuovo parco fotovoltaico Zamboni. Grazie a una forza lavoro di 32 dipendenti, il parco Zamboni include 34.000 pannelli fotovoltaici su un’area totale di 17,6 ettari. Con una futura capacità annua di 30 gigawatt all’ora, questo nuovo progetto sarà ultimato a marzo 2024.
Temi come la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente sono fondamentali per lo sviluppo di una Taranto moderna e green. Progetti come quello di Shell Energy Italia aiutano la provincia ad andare nella direzione giusta. Così come esistono altri progetti per la protezione e la valorizzazione del territorio tarantino e delle sue eccellenze. Nel patrimonio da tutelare c’è la famiglia dei Signatidi, che include fauna marina come i pesci ago ed i cavallucci marini che trovano rifugio nel Mar Piccolo di Taranto.
Un nuovo progetto lanciato da One Ocean Foundation e Rockwool (tra gli altri) ha posizionato in mare tre box in lana di roccia per favorire la crescita di questi animali, fondamentali per l’ecosistema tarantino. Grazie ad un costante monitoraggio, se il progetto dovesse avere successo verrà replicato in altre città. Taranto è stata scelta per essere la prima città mediterranea a partecipare ad un’iniziativa simile. Tutto con lo scopo di valorizzare ancora di più il nascente parco regionale del Mar Piccolo e l’area marina protetta delle Cheradi.
La città pugliese è un campo di prova non solo per la popolazione degli ippocampi. Infatti, il suo legame con il mare rende Taranto il luogo ideale per connettere l’uomo con il suo territorio.
Ne è una prova il progetto di archeologia sperimentale che punta a costruire una replica di una imbarcazione greco-arcaica del VI secolo a.C in scala reale. Usando gli stessi materiali e tecniche del passato, questo veliero sarà lungo 15 metri e largo quasi 4. Con la collaborazione della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo di Taranto, questa replica accoglierà i visitatori dei XX Giochi del Mediterraneo del 2026. Si tratta di un nuovo modo per valorizzare la cultura locale ed il legame che unisce la città al suo mare.
Una cultura che passa anche per la tavola e per il buon cibo. Come prova la manifestazione Mediterraneo Slow con degustazioni e visite presso i produttori locali. Il cibo unisce Taranto al resto del mondo per valorizzare diversità, tradizione e la bellezza del mare.