Qualche giorno fa, ho ospitato in redazione il signor Antonio Leone, detto “Mazzarossa” e in un video gli ho permesso di raccontare del Festival dei Baffi che gli sta tanto a cuore e alcuni aneddoti in rima ambientati a Montemesola.
La felicità sul volto di quell’uomo, ancora oggi, a distanza di qualche giorno dalla diffusione del video, è la forma di gratitudine migliore per chi fa il mio lavoro e lo fa come lo faccio io: al servizio degli altri.
E proprio perché credo fermamente che un giornale, a maggior ragione se nato e radicato sul territorio, debba essere al servizio degli altri, non posso esimermi dal raccontare una storia che è stata denunciata presso il mio ufficio.
Non è una storia di pettegolezzi, quelli non ci interessano, ma una storia che alla base denuncia l’assenza di uno dei cardini del nostro vivere civile: il rispetto.
Il rispetto abbraccia determinati settori: dal rispetto per la cosa pubblica, dell’ambiente circostante; il rispetto delle idee altrui seppur non le condividiamo; il rispetto per gli animali; per il credo religioso di ognuno, ma quello su cui voglio soffermarmi è il rispetto per gli anziani e per i disabili.
Sarà che l’argomento mi tocca profondamente, perché ho lottato per difendere la dignità di mio nonno da vivo e da morto, dopo che un tremendo male chiamato Alzheimer lo aveva reso agli occhi di qualcuno un mostro o il maniaco che in realtà non era: perché dietro una persona che soffre si nasconde una fragilità che ti si scioglie tra le dita se proprio provi un poco a toccarla e non a giudicarla o peggio, a tendere rappresaglie.
La storia che provo a raccontarvi con la delicatezza del parlare “in generale” per non ledere innanzitutto la privacy dei protagonisti e per non mettere alla gogna i “presunti colpevoli”, riguarda proprio il rispetto per gli anziani e per i disabili che, molto spesso, viene a mancare.
Ci sono alcune zone del nostro paese in cui la sosta delle auto è vietata, eppure, in molti si ostinano a parcheggiarvi. Parliamo di zone a ridosso di abitazioni in cui vivono anziani e/o disabili che necessitano di uscire con la carrozzina. Ovviamente, se un’auto è posteggiata proprio davanti all’ingresso dell’abitazione, questa persona non potrà uscire. Oltre ciò, ci sono determinate vie del paese in cui il posteggio è vietato anche perché, se dovesse malauguratamente arrivare un’ambulanza per un’emergenza, non potrebbe transitarvi.
C’è un uomo a Montemesola, che chiamerò il signor X, che ha fatto sempre del bene a tanti paesani, senza mai chiedere nulla in cambio. Lui vive da tantissimi anni fuori regione, ma da un po’ di tempo a questa parte, è tornato a Montemesola con la sua anziana madre per esaudire il suo ultimo desiderio: morire nella sua casa natale, nella sua Montemesola.
Il signor X, quindi, ha lasciato la sua famiglia in altra regione ed è tornato qui con la sua anziana madre che assiste h24. Loro vivono proprio in una di quelle vie del Paese dove la sosta delle auto è vietata, ma nonostante ciò diverse persone e in particolar modo qualche residente, si ostinano a parcheggiare.
Le lamentele giunte alla Polizia Locale e ai Carabinieri sono state diverse: sia da parte del signor X che da parte di altre persone che si sono viste danneggiare l’esterno delle proprie case da auto in manovra. Proprio in quest’ultimo caso sono intervenuti i Carabinieri e il sindaco che si trovava in quella zona al momento dei fatti (come ci ha raccontato il signor X) ha immediatamente preso provvedimenti chiedendo controlli affinché in quella via non parcheggiasse più nessuno.
Da allora altre auto non parcheggiano più, ma un residente in particolare, risentito dell’intervento dei militari al suon di “A me dei carabinieri non frega niente, io parcheggio lo stesso”, sta continuando a parcheggiare lì l’auto, creando disagi all’anziana madre del signor X nel transito in carrozzina e soprattutto sostando per minuti a motore acceso, col piede premuto sull’acceleratore, per creare rumore e fuoriuscita di gas che inevitabilmente entrano nella cucina dell’anziana, disturbandola.
Abbiamo chiesto al signor X il perché di questo atteggiamento e se fosse sicuro di ciò, lui ci ha risposto che questa è una rappresaglia insorta in seguito all’intervento dei carabinieri per far rimuovere le auto e ci ha invitati a verificare con i nostri occhi, dopo una determinata ora, la presenza dell’auto o delle auto (perché sono più di una persona dello stesso nucleo familiare) posteggiata nella via in barba ai divieti.
Io ho verificato, ed effettivamente l’auto era lì. Probabilmente a questa persona dei carabinieri non gli frega nulla davvero, la cosa peggiore però non è agire in barba alla legge, quanto mancare di rispetto e prendersela con una donna anziana e disabile, colpevole di aver fatto valere i propri diritti. Eppure parliamo di un argomento base, semplice a tal punto da non richiedere menti “studiate” per comprenderlo, qualcosa che dovrebbe essere insito nell’animo umano: il rispetto per il prossimo e per “prossimo” non si intendono solo i cani, creature meravigliose che vanno tutelate e salvate, ma anche le persone, i nostri anziani, quelli in difficoltà.
In conclusione, questa signora per molto tempo non è uscita di casa, feste comprese. Non so quanti disabili motori ci siano a Montemesola, me ne vengono in mente 4 o 5, probabilmente sono di più ma, anche fosse solo uno, questo merita tutto il nostro rispetto.