La stazione di Taranto, parliamo dello scalo ferroviario di una grande, è oramai ridotto alla stessa stregua di una stazione di periferia abbandonata da Dio.
Da tempo non ha più un bar, per non parlare della pietà dei collegamenti (i pochi rimasti) sempre meno efficienti.
Ad esempio, come hanno sottolineato in una nota congiunta invita al direttore Business AV e al Direttore Business Intercity di Trenitalia, da parte di Partito Democratico, CON, Movimento 5 Stelle, Socialisti Repubblicani, Europa Verde Taranto, Taranto 2030, Taranto Mediterranea, Taranto Crea, Italia Viva, Una città per cambiare Taranto e Taranto senza Ilva, anche gli unici treni che garantivano un collegamento diretto con Roma e Milano, sono stati sospesi. Si tratta degli Intercity 700 e 701 diretti a Roma e il Frecciarossa per Milano.
Per gli scriventi, la sospensione è stata motivata con la necessità di effettuare lavori di ammodernamento delle linee ferroviarie. Ma il problema non riguarda solo i collegamenti con il resto d’Italia, ma anche quelli all’interno della Regione che, allo stesso modo degli Intercity e Frecciarossa, penalizzano non solo i pendolari, ma anche la vocazione turistica della città che è di fatto irraggiungibile.
Stazione di Taranto, per raggiungere Roma, ore di attesa a Bari
Non essendoci l’Intercity diretto a Roma, chi da Taranto deve raggiungere la Capitale, deve recarsi a Bari per intercettare il Frecciargento che parte da Lecce. Il problema sembrerebbe risolto, se non fosse che anche diversi regionali diretti a Bari sono stati soppressi e quindi, bisogna partire molto prima e attendere due ore nella stazione di Bari Centrale.
Se si volesse ulteriormente aggirare questo scoglio, si potrebbe optare di intercettare il Frecciargento a Brindisi: peccato però che da Taranto, il treno per Brindisi impieghi dalle 3 alle 4 ore, al costo di circa 24 euro e, indovinate un po’? Passa da Bari!
Insomma, collegamenti carenti e pietosi che portano Taranto nel baratro anche a livello di infrastrutture.
La città dei Due Mari, penalizzata oltre che dalla questione ambientale, anche dall’impossibilità di utilizzare lo scalo aeroportuale di Grottaglie con la pista più lunga d’Europa, viene privata anche di un efficiente collegamento ferroviario.
Per non parlare poi, dello stato di degrado in cui versa la stazione con parcheggiatori abusivi pronti ad estorcere monete; i pochi agenti della Polfer (perché a Taranto si sa, le specialità della Polizia di Stato non sono la “specialità” di chi redige i piani di potenziamento al Ministero dell’Interno) e gente che bivacca in ogni dove. Basta guardare le stazioni della provincia di Bari per rendersi conto di come siano state ammodernate rispetto alla nostra provincia. I viaggi tarantini, più che diretti nel resto d’Italia, sono viaggi nel tempo: entrati nei confini della provincia di colpo si torna negli anni ’60.