Sono accanto alle Ong, alle associazioni, ai sindaci e ai governatori che contestano l’azzeramento della “protezione speciale”.
Un decreto immorale e disumano che ci riporta ai decreti “Sicurezza” voluti nel 2018 da Matteo Salvini.
Questo Governo ogni giorno dimostra di essere ancorato al passato, lontano anni luce dalla modernità, dalla realtà, tirando fuori addirittura concetti come la sostituzione etnica, di pura matrice suprematista.
Sono accanto al presidente Michele Emiliano che insieme ai governatori di Campania, Toscana ed Emilia Romagna non ha firmato l’ordinanza con la quale Fabrizio Curcio ha nominato un commissario per la gestione della prima e seconda accoglienza dei migranti che giungono sulle coste italiane.
E non certo per meri motivi ideologici, ma anche e soprattutto per motivi pratici. Perché dal Medioevo siamo usciti secoli fa. Perché la vita umana va tutelata sempre. Perché mentre Giorgia Meloni e Salvini alzano muri, le nuove generazioni scavalcano confini geografici, ideologici e etnici.
La vera emergenza è il calo demografico, non l’immigrazione, e per batterlo ci sono molteplici strade che non passano certo dalle affermazioni inaccettabili e anacronistiche del ministro Francesco Lollobrigida, o dalla contrazione dei diritti che il Governo attua con le sue recenti risoluzioni.
Secondo i tecnici del ministero per ridurre il rapporto debito – pil deve aumentare il flusso di immigrati che arrivano e si fermano nel nostro Paese. L’immigrazione garantirebbe nuova forza lavoro e un gettito fiscale e contributivo per lo Stato, sempre che i lavoratori abbiano un contratto regolare, cosa difficile, se non impossibile, se il Governo Meloni confermerà l’abolizione della “protezione speciale”.
Perché l’accoglienza è un valore che dobbiamo chiedere e dare, e può mettere ipoteche importanti sul futuro dei nostri figli.
Perché, cara Giorgia, il futuro è arrivato da un pezzo, e non lo puoi commissariare.