Mercoledì 5 aprile alla foce del fiume Patemisco in località Verde Mare a Massafra (Ta) si è riunita un’assemblea cittadina per dialogare con il consigliere Domenico Santoro sulla condizione di totale abbandono in cui versa l’intera area naturalistica, importante risorsa per il territorio di Massafra.
Causa dell’evidente degrado dell’area, conseguente all’abbandono della stessa, è la non chiara attribuzione della gestione della foce del fiume tra Regione Puglia e Consorzio di Bonifica Stornara e Tara. Questo nonostante la provincia di Taranto abbia stanziato 800.000€ al Comune di Massafra, nel 2010, per recuperare e bonificare l’area, che tre anni dopo è stata considerata legalmente balneabile.
“A novembre scorso siamo stati contattati da un gruppo di cittadini – ha spiegato Domenico Santoro – allarmati dalla situazione in cui versa il Petemisco. Quindi insieme ai miei colleghi di opposizione Teresa Errico e Tony Miola ci siamo interessati al caso contattando gli enti preposti alla cura, alla gestione e alla valorizzazione di questo importante corridoio ecologico per chiedere interventi di tutela”.
Come ha spiegato lo stesso consigliere durante l’incontro con i cittadini, le risposte non hanno tardato ad arrivare. Ma ciò che si è evidenziato, in maniera preoccupante, è stato un rimbalzo di responsabilità. La Regione Puglia ha informato che la gestione dell’area è del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara; questo ha dichiarato che la competenza termina al ponte sul quale passa la ferrovia, a poche centinaia di metri dalla foce.
“Le risposte che prontamente sono arrivate ci dicono che quest’area è terra di nessuno. D’altronde è quello che si vede. La foce è quasi totalmente ostruita da detriti, immondizia e vegetazione nata dall’incuria, sebbene dovrebbe essere libera per far defluire le acque. Questo comporta un grave problema di tutela di difesa idraulica e di tutela delle biodiversità”.
L’area nella quale sfocia il fiume Patemisco, breve corso d’acqua (come indica il nome stesso diminutivo della parola greca potamos e significa quindi fiumicciattolo) ma dalla grande importanza per il territorio, con sorgenti d’acqua naturali, è considerata una riserva naturale già dai primi del 900. Attualmente la sua foce, importante anche per lo smaltimento delle acque reflue del Comune di Massafra, è priva di manutenzione con disagi per la fauna, per la balneazione con la spiaggia che sta pian piano scomparendo e per le infrastrutture con i moli gravemente deteriorati e sommersi da detriti. Tutto questo abbandono mina la sicurezza dell’area che tra qualche mese sarà, come ogni anno, frequentata e sfruttata per il periodo estivo.
“Con una petizione di oltre 400 firme che porteremo all’attenzione delle autorità competenti, chiederemo a gran voce un intervento sistematico di tutela con attività che non siano estemporanee, legate a contributi a pioggia per togliere i detriti, ma complessi e sistematici per la manutenzione ordinaria e straordinaria”.