Con la presente siamo a denunciare un insieme di gravi condizioni alle quali sono sottoposti i lavoratori sul proprio posto di lavoro all’interno di AdI, più volte segnalate dalla Uilm ma delle quali ai tavoli istituzionali si cerca di parlare sempre meno per tentare di distrarre l’opinione pubblica con fantomatici progetti di riconversione industriale mentre lo stabilimento AdI di Taranto è totalmente al collasso.
La fabbrica si sta fermando da sola, andando incontro ad eventi irreparabili da un punto di vista ambientale ed impiantistico.
A Roma o in altri incontri del territorio si discute di revamping Afo5 (unica condizione per garantire una prospettiva ed una tenuta del sito visto il fine ciclo di Afo1 e Afo2),di ciclo combinato e addirittura di forni elettrici ad idrogeno verde tra 10 anni, senza mai condividere un documento con un progetto tecnico industriale che abbia le fonti di finanziamento e la relativa salvaguardia occupazionale. Si parla di tutto meno che delle persone interessate da una trasformazione che data la sua portata ha bisogna di serietà e approfondimenti concreti.
Al contempo la quotidianità è fatta di gravi preoccupazioni e disagi come la mancanza di materie prime fondamentali per la marcia degli impianti, l’assenza di ricambi, di DPI per la salvaguardia delle vite umane che operano sui reparti, la mancanza addirittura di carta asciugamani, di carta igienica , di acqua calda negli spogliatoi e di tanto altro.
AdI inoltre continua ad abusare della cigs usata come bancomat sulla pelle dei lavoratori, così come denunciato dalla Uilm alle autorità competenti.
Come se non bastasse lo scempio succitato, allo smontare dal proprio turno i lavoratori sono costretti a raggiungere gli spogliatoi e portinerie di appartenenza a piedi o con passaggi di fortuna a causa dell’assenza di mezzi di trasporto interni in un sito grande tre volte la città di Taranto.
Tali eventi espongono di fatto i dipendenti a gravi rischi e disagi così come è accaduto nei giorni 12/13/14 febbraio in ACC1 E ACC/2 e giorno 13/14 per i normalisti del GRF e ACC/2. Inoltre alla fermata ex spogliatoio ACC/2 è stata soppressa la corsa per i turnisti che smontano a meno dieci e i lavoratori della MAN/ REF e del TRS/2 sono costretti ad attendere un quarto d’ora esposti al freddo la corsa successiva. In aggiunta segnaliamo che al pronto intervento ACC/1 e GRF la mancanza di mezzi per spostarsi espone i lavoratori a grandi rischi perché costretti a muoversi in un area vasta, a piedi e con mezzi pesanti e paiole che gli passano da vicino. Chiediamo agli enti competenti di intervenire immediatamente per ripristinare un quadro di certezza di diritto a tutela della salute e sicurezza oltre che di rispetto della dignità delle persone.
La transizione ecologica è una cosa molto seria che presuppone condivisione, chiarezza, trasparenza e progetti concreti che sono lontanissimi dall’attuale condizione e gestione del sito.
La stessa transizione, come sventolato da più parti, ha sicuramente un costo ma se qualcuno pensa che tale costo debba essere scaricato sui lavoratori troverà la nostra ferma determinata e irremovibile opposizione.