La legittimità o meno degli avvisi di pagamento recapitati in questi giorni a Montemesola, è al centro del dibattito sui social e non solo. Diverse sono state le segnalazioni arrivate in redazione, in merito a cartelle di pagamento da parte del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara, arrivate in questi giorni. Si tratta di un tributo che riguarda gli anni a partire dal 2018 fino al 2021.
Cifre irrisorie, per carità, dai 17 ai 40 euro che però hanno abbastanza indignato i contribuenti che si trovano a dover pagare opere di bonifica di cui di fatto non si vede neanche l’ombra.
Gli avvisi di pagamento, ovviamente, non riguardano solo il comune di Montemesola, ma tutti quei comuni della provincia di Taranto ricadenti nel consorzio.
Il tributo che in questi giorni si viene invitati a pagare, non riguarderebbe solo i possessori di terreni agricoli, ma anche possessori fabbricati che insistono nel comprensorio consortile. Motivo per il quale in molti non hanno capito la finalità di questa nuova tassa che si fa avanti proprio in prossimità del periodo natalizio, né chi abbia autorizzato il Consorzio a riscuotere.
Per i possessori di fabbricati destinatari dell’avviso di pagamento, è stato richiesto di pagare un tributo utile all’attuazione di opere a tutela degli immobili, in caso di dissesto idrogeologico.
Il ché stona parecchio, se pensiamo che detta tutela e salvaguardia è garantita dall’impianto fognario gestito dall’Acquedotto Pugliese.
Lo dice anche la Legge Regionale n.4 del 13.03.2012, all’art. 19: “Non sono assoggettati a contributo di bonifica per lo scolo delle acque gli immobili situati in aree urbane servite da pubblica fognatura, a condizione che le relative acque trovino recapito nel sistema scolante del comprensorio di bonifica esclusivamente
attraverso le opere e gli impianti di depurazione, ovvero non siano sversate nel sistema scolante del comprensorio di bonifica”
Dunque, di quali opere di salvaguardia stiamo parlando, se le acque reflue in caso di piogge vengono già convogliate nell’impianto fognario e dunque proteggono i fabbricati da allagamenti e cause di eventuali dissesti idrogeologici? E ancora, quali opere ha messo in campo il consorzio di bonifica Stornara e Tara nei comuni del comprensorio? Cosa è stato fatto, dove e quando?
È veramente difficile comprendere lo scopo di tale richiesta di pagamento arrivata ai cittadini.
Perché i cittadini dovrebbero pagare un servizio che dice di voler garantire la salvaguardia degli immobili, quando a questo ci pensa già l’Acquedotto Pugliese, in favore del quale i cittadini versano già tributi?
A tal proposito, ci chiediamo quanto sia legittimo questo tributo.
Tarantini Time ha deciso di volerci vedere chiaro. Per quanto riguarda il comune di Montemesola, il sindaco ci ha riferito che sta provvedendo a contattare il consorzio per capire, ma da questi non giunge alcuna risposta.
Stessa cosa ha fatto la nostra redazione che ha provato a contattare il consorzio sia telefonicamente che via mail, ma senza esito positivo. Nel frattempo, anche la Regione Puglia – interpellata da altri sindaci – tace.
Noi continueremo ad insistere per saperne di più dal Consorzio e, perché no, anche da un avvocato.