L’ex sito della Cementir, chiuso, lo ricordiamo ormai nel 2014 e con 50 lavoratori posti in cassa integrazione, ora ha tutte le carte in regola per partecipare all’avviso pubblico del Ministero della Transizione Ecologica utile alla creazione di poli per la produzione di idrogeno verde in siti industriali dismessi. Ma ora più che mai occorre che tutta la Puglia e tutte le forze politiche in campo vigilino sull’attuazione di quella misura e sulla proposta che potrebbe offrire risposte ambientali, occupazionali e di energie proprio alla città capitale industriale della regione.
Così Francesco Bardinella, ormai nella doppia veste di segretario generale di due categorie particolarmente interessate alla questione, quella degli edili della FILLEA, e quella che si occupa di energia della FILCTEM.
Il segretario della FILLEA e della FILCTEM CGIL di Taranto, commenta la recente approvazione da parte della Regione Puglia della mozione (primo firmatario il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio – ndr) che impegna proprio il Governo regionale a candidare Taranto a quest’asse di riconversione.
Avevamo proposto a tutte le forze politiche la valutazione di questa strada. Appello accolto dal consigliere regionale Di Gregorio che ha proposto la mozione che noi consideriamo opportunità concreta di mettere in atto non solo la prima vera bonifica di un’area industriale dismessa tarantina – dice ancora Bardinella – ma anche di dare attuazione tangibile a quello che finora abbiamo solo letto a commento delle misure di eco-sostenibilità proposte dal PNRR.
Ma Bardinella lancia il suo monito.
La ex Cementir con i suoi oltre 300mila metri quadri non è solo una questione tarantina – spiega – lì vi è il vulnus che da sempre attanaglia città come Taranto. Sarebbe il caso pertanto di andare oltre le linee di intento, le belle parole e provare ad attuare una riconversione partendo da quella che noi da sempre chiamiamo la piccola ILVA.
D’altronde gli elementi in comune ci sono: una produzione schiacciata dalla concorrenza internazionale, i costi di energia, un cartello produttivo difficile da sostenere dopo i tagli alla produzione, una imponente questione ambientale.
Se non si riesce a trovare una via percorribile per l’ex Cementir è difficile che di fronte a sfide più importanti si possa trovare la quadra – commenta ancora Bardinella – ecco perché come sindacato lanciamo il nostro appello al pragmatismo e all’adesione concreta ad un nuovo modello di sviluppo che tenga conto però anche del lavoro di qualità che si può tendere ad ottenere in siti come questi.
E’ una questione occupazionale certo – conclude il segretario della FILLEA e della FILCTEM CGIL di Taranto – ma è anche un banco di tenuta in cui misureremo le azioni politiche delle istituzioni locali, a cominciare da Comune e Provincia, e del prossimo Governo nazionale.