Domani mattina è prevista a Taranto la visita del sottosegretario all’Interno, on. Nicola Molteni, con delega alla sicurezza, presso l’Hotspot di Taranto.
Non stupisce la visita dell’onorevole, considerata la sua nota vicinanza alle donne e uomini in uniforme.
Ciò che stupisce – motivo per il quale pubblichiamo volentieri le dichiarazioni pervenute da Antonio Digregorio segretario provinciale del Siulp Taranto – è la passerella elettorale di chi con Taranto non c’entra nulla, di chi Taranto non la conosce insieme alle sue problematiche, di chi per questa città non si è mai speso. Ma si sa, gli slogan sulla sicurezza fanno gola, ma a Taranto i problemi sono ben altri, e anche dal punto di vista della sicurezza.
Taranto ha un deficit di organico importante e, nonostante tutto, il lavoro del Questore Massimo Gambino e dei suoi funzionari è immenso per quanto riguarda il controllo del territorio a garanzia della sicurezza dei cittadini.
Dunque, non si può pensare all’Hotspot di Taranto (fino a qualche tempo fa dimenticato anche da Dio), come unica “criticità” solo per strumentalizzare uomini e donne in divisa per fini politici.
“Tante sono state le volte in cui abbiamo registrato la presenza nel nostro territorio di noti parlamentari appartenenti ai vari schieramenti che hanno visitato l’Hotspot e tante sono state le commissioni parlamentari a cui sono stati attribuiti specifici incarichi che hanno ispezionato l’hub per riferire con atti di competenza alle Camere – dice Digregorio – Tuttavia, dopo tutti questi anni e dopo una moltitudine di convenevoli, duole constatare come la situazione del centro di temporanea accoglienza è rimasta invariata; nulla è cambiato e anzi, per certi versi, il contesto, a seguito dell’austero, inarrestabile e ciclico flusso migratorio, ha subito pure un peggioramento sul piano logistico e igienico-sanitario che per certi versi ne ha compromesso il lato operativo delle Forze dell’Ordine ma anche degli addetti che operano al suo interno come per gli stessi ospiti. Da ultimo, si rivede lo sbarco delle navi e l’impegno dei garanti della sicurezza che è aumentato vistosamente. Altro che chiusura del centro da qualcuno invocata sebbene il Questore di Taranto unitamente al Prefetto (Autorità di P.S., che dal centro romano spesso vengono lasciate da sole nella gestione dell’hub, il consueto “cerino che rimane nelle mani di poche sole perone”), aveva annunciato l’avvio di alcuni lavori di ristrutturazione a adeguamento di cui non si vede ancora traccia”.
Come ha spiegato il Siulp Jonico, la struttura da centro di identificazione ove trattenere gli ospiti per il massimo di 72 ore, nel tempo e a tratti, ha “magicamente” mutato la destinazione d’uso, strutturando un altro tipo di accoglienza chiaramente incompatibile rispetto alla sua originaria funzione. Una criticità non da poco che proprio nel periodo del lockdown, ha visto crescere le preoccupazioni in termini di tutela della salute per il personale di polizia e sul piano della sicurezza sul posto di lavoro, criticità accentuate, poi, dalla presenza di migranti minorenni.
Basta scrutare a distanza l’area in cui è ubicato l’Hotspot o avvicinarsi al suo disastrato e inadatto cinto perimetrale per rendersi subito conto della situazione in cui versa; tra l’altro, il sito, è imprigionato in un contesto ambientale altamente critico giacchè nelle vicinanze vi sono gli insediamenti industriali (ex Ilva e Raffineria Eni). Un Hotspot che spesso si tinge di rosso a causa delle polveri inquinanti.
A tal proposito e per l’infausta decisione di collocare l’hotspot a ridosso dell’area industriale, il Siulp Jonico, ha collezionato una serie di note sindacali e di denunce. “Abbiamo persino coinvolto i nostri esperti e consulenti della materia sulla sicurezza del lavoro (L. 8l/2008) di cui si sono serviti anche altre componenti sindacali e con loro, abbiamo visitato le nostre aree di pertinenza e di lavoro presenti nel centro di accoglienza. A breve, Il Siulp, ripeterà tali sopralluoghi” fa sapere Digregorio.
Ma come dicevamo, non sono solo questi i problemi del personale a Taranto.
Basti pensare che il solo Reparto Mobile di Taranto, riferito all’arco di un mese, in più turni di servizio, impegna centinaia di uomini, così pure la Questura di Taranto alle prese con il grave deficit degli organici. Uomini e donne in divisa che in ragione dell’ordine pubblico, vengono continuamente distratti dalle loro specifiche competenze con riflessi talvolta sfavorevoli sul piano della continuità gestionale dei propri uffici (vedasi Divisione PAS, PASI, ecc.). Da considerare, poi, come rileva sempre il Siulp, i turni impegnativi assicurati da: Ufficio Immigrazione, Polizia Scientifica, Digos (con riferimento alla parte informativa e dell’antiterrorismo) e talvolta della Squadra Mobile, laddove è necessario procedere alla identificazione ed arresto degli scafisti. Turni svolti senza soluzione di continuità visto che le operazioni in Hotspot, ad ogni sbarco, nemmeno durante la notte vengono interrotte.
“Questa – dice Digregorio- è la ragione per la quale prendiamo le distanze dai soliti spot elettorali, dalle promesse tese a migliorare lo stato di sicurezza della nostra provincia. Attenzione: le nostre distanze sono dalla propaganda di alcuni, non dai politici, pertanto il Siulp, sindacato maggioritario di tutto il Comparto Sicurezza – titolato ad intervenire sul grande tema della sicurezza – è disponibilissimo ad interloquire con qualsiasi schieramento politico e anzi siamo a stimolare il dibattito. Il sottosegretario Molteni conosce molto bene il Siulp e ne condivide i progetti sulla sicurezza. Con il Sottosegretario, a livello nazionale, abbiamo recentemente condiviso il c.d. “Piano Marshall”. Infatti, è comune l’esigenza di intervenire con provvedimenti urgenti e straordinari sul piano degli arruolamenti visto che entro il 2030 dalla Polizia di Stato, fuoriusciranno circa 40.000 mila operatori; poi, l’esigenza di tutelare le helping profession e le donne e gli uomini in uniforme che subiscono un aggressione ogni 3 minuti nel nostro Paese; la necessità di riaprire e strutturare nuove Scuole di Polizia per la formazione del personale e il Siulp Jonico, aveva lanciato un appello al Dipartimento di P.S.: secondo noi, a Taranto in cui da anni persiste una vocazione formativa (scuola Marina Militare, Aereonautica e Arma dei Carabinieri), è possibile individuare un area in cui insediare anche una Scuola di Polizia che serva tutto il meridione”.