Un recente studio di OPENPOLIS riguardante la pianificazione urbanistica ed edilizia nei Comuni della provincia di Taranto evidenzia, per l’anno 2020 sulla base dei dati ISTAT, la spesa pro-capite per cittadino. Per la nostra città emerge un dato preoccupante. Infatti su una media nazionale di 72,52 euro di spesa per cittadino, Grottaglie si trova tra gli ultimi posti soprattutto se si confronta con i Comuni aventi sostanzialmente le stesse dimensioni demografiche: Massafra 76,33 euro, Manduria 16,51 euro, Martina Franca 13,04 euro. Infine per Grottaglie la spesa è di 7,7 euro per abitante.Cosa ci dicono questi dati? Ci dicono, anzi confermano, le nostre preoccupazioni quando sosteniamo che Grottaglie è ferma, che l’economia grottagliese è paralizzata dall’incapacità dell’amministrazione comunale a svolgere l’indispensabile ruolo propulsivo dello sviluppo economico, culturale e sociale. Grottaglie non interviene su un settore fortemente penalizzato dell’economia come l’edilizia scaricando il peso su tecnici progettisti, costruttori, fornitori, artigiani dell’indotto. Insomma non appare “appetibile” e non incentiva gli investimenti privati per la costruzione e ristrutturazione di fabbricati e strutture residenziali come dimostrato dalla ridotta spesa ad essi destinati. Basta confrontare, per esempio, i dati di Massafra e Grottaglie nell’anno 2020. Mentre Massafra registra un totale di investimenti di 2.437.329,15 euro, Grottaglie vede un modesto 238.231,83 euro penalizzando così anche le entrate delle casse comunali.Questi dati confermano la giustezza delle iniziative con le quali nel passato abbiamo più volte sollecitato gli amministratori a muoversi nella logica del recupero e della riqualificazione dell’edilizia esistente e limitando l’uso del suolo. Lo abbiamo fatto con gli strumenti che una minoranza ha a disposizione: le iniziative consiliari a cominciare dalle interrogazioni le cui risposte sono sempre state lacunose ed improduttive.Le stesse Linee Programmatiche recentemente approvate dal Consiglio Comunale non parlano di una volontà di pianificazione urbanistica in quanto non c’è una “visione” e un progetto di “città del futuro” inchiodata com’è da un Piano Regolatore Generale di quaranta anni fa.L’eccessivo Costo di Costruzione (oggetto di una interrogazione dell’aprile 2020 in relazione alla Determina n. 285/2020 della Dirigente del Settore Ufficio Pianificazione Urbanistica, ma anche alla successiva Determina n. 278 del 5/4/2022 del Dirigente del Settore Sportello Unico per l’Edilizia) inspiegabilmente non prevedono alcuna differenziazione che incentivi i “livelli di risparmio energetico, di qualità ecocompatibile dei materiali e delle tecnologie costruttive utilizzate, di risparmio idrico e di altri requisiti di sostenibilità energetico-ambientale” previsti dalla Legge Regionale n. 13 del 10.06.2008 “Norme per l’abitare sostenibile“. Né tantomeno incentiva le pratiche del Protocollo ITACA ed, addirittura, ignora quanto il Consiglio Comunale ha deliberato in occasione dell’approvazione del (DPRU) Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana (delibera n. 49 dell’11/07/2017) e della (SISUS) Strategia Integrata di Sviluppo Urbano Sostenibile (delibera n. 99 del 22/9/2017).Per non parlare della mancata approvazione del Regolamento Edilizio Tipo (RET), strumento indispensabile per adeguarsi alle norme regionali e per semplificare ed uniformare le norme e gli adempimenti. Solo grazie all’incalzare dell’opposizione si è arrivati all’approvazione, in Consiglio Comunale il 9 maggio 2019, della parte relativa alle “Definizioni Uniformi”. Per il resto rimane una immobilità sconcertante anche per aver colpevolmente ridotto l’Ufficio Tecnico Urbanistico a poche unità con tecnici costretti a lavorare in situazioni difficili che devono affrontare, tra l’altro, le giuste proteste di tanti cittadini che attendono da anni la risposta a pratiche di condono edilizio con conseguenze anche per le ridotte casse comunali.
A tal proposito il consigliere comunale Francesco Donatelli ha presentato una interrogazione.