“I tre minori che a Statte hanno ucciso il cucciolo, lo hanno bruciato e poi hanno postato il video devono essere severamente puniti per questo gesto criminale nei confronti di una creatura innocente ed indifesa. Il problema è che le leggi italiane non prevedono punizioni serie e il riformatorio per chi compie questi reati, quindi il rischio che se la cavino con una multa o al massimo con i lavori socialmente utili è reale.
Insomma se la caveranno a buon prezzo- scrive in una nota l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente- noi stiamo valutando la possibilità di denunciare i genitori dei ragazzi in quanto non hanno controllato come loro dovere i figli almeno nella parte relativa alla diffusione del video, noi crediamo che a pagare oltre ai ragazzi debbano essere anche le famiglie in quanto responsabili dell’omesso controllo dei figli in quanto secondo la sentenza del tribunale di Parma numero 698 del 2020, ha disposto che i genitori hanno l’obbligo di monitorare con costanza gli smartphone e i computer dei figli minorenni, predisponendo gli appositi filtri di controllo.” Gli animalisti di AIDAA hanno inoltre deciso che si costituiranno parte civile nel procedimento penale a loro carico.