In vista dell’atteso match di domenica prossima, tra l’Ars Et Labor Grottaglie e l’A.S.D Martina Calcio, abbiamo incontrato il 20enne Francesco Galeone, difensore centrale del club grottagliese. Francesco arriva all’appuntamento puntuale, e, coi suoi modi gentili, inizia a raccontarci di sé. Diplomato perito informatico a Francavilla Fontana, è il primo di tre figli maschi.
Gioca da quando aveva 6 anni e simpatizza per la squadra del Napoli e per Messi. Ricorda con affetto l’esperienza di un anno vissuta a Sava, quando aveva soli 16 anni, ed i Mister che, in passato, lo hanno accompagnato nella sua crescita sia calcistica che umana: Gioacchino Marangio, Mathieu Enguerran Guerin Edjekpan, Marisa L’angellotti, Gerardo Viscido. Attualmente è fiero di giocare nella squadra della sua città (con Direttore Sportivo Antonio Bruno) tanto che, ogni volta che entra in campo, sente forte l’adrenalina. Ha un ottimo rapporto con i compagni di squadra e non nasconde la stima che prova in particolare nei confronti di Laghezza, Malagnino e Pecora.
Gli abbiamo chiesto se c’è stata una partita che ricorda come impegnativa, e la sua risposta è stata “quella contro il Gallipoli”. E’ un ragazzo con buon senso, educato, umile, che ama il rispetto, la sincerità e reputa fondamentale, in ogni rapporto, la fiducia. Non sopporta, per contro, i manipolatori e la gente che agisce per convenienza. Ascolta molta musica, ma ci nomina due cantanti in particolare: Luchè e Marracash. Giovane, sì, ma con le idee già ben chiare: nel suo futuro immagina un lavoro stabile ed una famiglia. E proprio alla sua famiglia di origine, dedica le parole più belle. “Sono molto legato a mia madre Mariella, adoro i miei due fratelli, Cristian e Simone, pur essendo tra noi molto diversi e, se c’è una persona che stimo particolarmente, non è un personaggio famoso, ma mio padre Saverio. E’ un uomo che ha fatto, e che fa, tutto per la nostra famiglia, che mi consiglia e mi sostiene, restando la colonna di riferimento per ogni mio problema.
La mia famiglia è per me di grande supporto, anche perché non mi giudica”.
Spende delle parole anche per i suoi coetanei: “Non perdete tempo e provate a realizzare i vostri sogni; qualora non dovesse andare bene qualcosa, preparatevi un piano b e dedicatevi ad un altro obiettivo”
Prima di ogni partita, Francesco, come ogni sportivo, deve attenersi a delle regole: alimentazione sana, niente alcol e riposo. Ovviamente non manca l’allenamento, che deve concertare con gli impegni di lavoro, ma che, per un calciatore, arriva a circa 8 ore settimanali.
Domenica, come sempre, prima del fischio di inizio della partita, coi compagni stretti a cerchio, e le mani una sull’altra, griderà la piccola formula portafortuna di rito: “Grottaglie ippi ippi urra’! Grottaglie ippi ippi urra’!”.
Francesco, infine, ci ha raccontato che il suo unico vezzo sono l’abbigliamento e le scarpe.
E con quelle scarpe, anche se in questo caso in senso figurato, siamo certi, farà strada qualunque scelta prenderà nella sua vita, perché ha potenzialità, passione, forza e sentimento. Non a caso, il suo colore preferito è il rosso.