A poche settimane dalle elezioni amministrative, appare necessario chiamare a raccolta i e le giovani di Taranto su un tema: il ruolo dei e delle giovani ed il contesto europeo della città. Queste elezioni avranno il cruciale compito di designare l’amministrazione comunale chiamata a impiegare sul territorio ingenti finanziamenti europei, oltre che quello di ritagliare un ruolo ed una visione della città in ambito europeo. Dopo una delle più tremende crisi sanitarie che le istituzioni europee si sia mai trovata a fronteggiare, l’Unione ha deciso di foraggiare un importante piano di investimenti nato dalla condivisione del debito pubblico tra i paesi membri. Si tratta di un passo di importanza cruciale, portato avanti da Commissione e Parlamento, vincolato, ad ogni modo, a specifici parametri di trasparenza nella gestione dei fondi, investimenti nel settore digitale ed ecosostenibilità. Contemporaneamente, siamo tutti ben consci dell’apertura di un’altra, terrificante, crisi militare che sta attraversando l’Europa con l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe del regime di Putin.
Come risponderà Taranto alla più grande consultazione popolare che l’Ue abbia mai avviato e alla recentissima situazione che rimette in discussione l’intera struttura europea come la conosciamo oggi e come la mia generazione l’ha sempre conosciuta? Come affronterà la nostra città la questione dei fondi europei e il loro l’impatto in termini socioeconomici?
Come rendere sostenibile e partecipato il fil rouge che connette il rinnovamento in corso a Bruxelles e in tutt’Europa con i cambiamenti che stiamo vivendo e vivremo in città e nei nostri quartieri?
Il primo obiettivo della nuova amministrazione non può che essere quello di sostenere una riforma istituzionale europea che permetta sempre di più una concezione dell’Unione quale capillare espressione dei territori. Appare ancor più importante, quindi, l’onere che ricade sulla prossima amministrazione di fare fronte comune e creare network e lobbying con altre realtà europee e nazionali perché la loro voce arrivi chiara a Bruxelles, anche senza ulteriori filtri territoriali.
Il secondo obiettivo deve necessariamente essere quello dell’Università. Appare imprescindibile, infatti, la realizzazione di un polo universitario degno di questo nome per attirare non solo studenti e studentesse e farli rimanere a Taranto, ma anche quello di attirare progetti di ricerca, fondi specifici quali fondi HorizonEurope ed Erasmus+ e creare soluzioni virtuose che accrescano e foraggino la realizzazione di startup orientate all’innovazione digitale, alla sostenibilità e all’economia circolare, pilastri del Next Generation EU e del Green Deal.
Fregiandosi di una naturale vocazione sovranazionale, infatti, l’Università permetterebbe di ridare alla città un ruolo cruciale non solo nelle aree urbane che la ospitano, ma anche nelle periferie e nella provincia, facendo da collante, aggregatore ed incubatore di innovazione.
Le elezioni amministrative che verranno devono, pertanto, necessariamente passare da una vera e propria chiamata (non vogliamo dire alle armi in questo terribile periodo) delle nuove generazioni della città affinché le loro competenze, le loro capacità e le loro esigenze siano il perno del programma di governo dei prossimi 5 anni.