Anche negli ultimi giorni di questa stagione venatoria, conclusasi lo scorso 9 febbraio, i reparti Carabinieri Forestale sono stati impegnati nel contrasto alle pratiche di caccia illegali, il cosiddetto “bracconaggio”.
Nel corso di tale attività, disposta dal Gruppo Carabinieri Forestale di Taranto, i militari hanno svolto controlli in tutto il territorio della provincia ionica, maggiormente nelle aree percorse dal fuoco negli ultimi dieci anni e nelle aree protette individuate sia dalla normativa europea, ovvero i siti Rete Natura 2000, sia da quella nazionale e/o regionale.
Molte operazioni si sono mostrate impegnative e delicate, poiché bracconieri particolarmente ingegnosi hanno posizionato i richiami acustici in casse di acciaio blindate al fine di evitare l’asportazione degli stessi.
A Massafra, in località Boara, i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Mottola, hanno sorpreso un cacciatore ad esercitare l’attività venatoria con l’ausilio di un richiamo acustico elettronico, strumento in grado di riprodurre il verso dei volatili, utilizzato per attirarli e facilitarne l’abbattimento, nonché dotati di timer e\o di telecomando per regolarne lo spegnimento: tale apparecchiatura è assolutamente vietata dalla normativa di settore. Pertanto, i Carabinieri Forestale intervenuti hanno proceduto al sequestro del fucile e delle munizioni, oltre al richiamo acustico che, in seguito alla confisca disposta dall’Autorità Giudiziaria, verrà distrutto. Il cacciatore di conseguenza è stato deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto per uso di mezzi di caccia vietati.
Complessivamente, dalle giornate di preapertura, che segnano l’avvio della stagione venatoria 2021/2022, in provincia di Taranto i Carabinieri Forestali hanno effettuato circa 750 controlli, deferendo all’Autorità Giudiziaria 7 cacciatori e sequestrando 7 fucili da caccia, centinaia di cartucce, 12 richiami acustici illegali completi di batterie e amplificatori, 12 esemplari di avifauna abbattuti. Sono 23, invece, i cacciatori ai quali sono state comminate sanzioni amministrative per un importo complessivo di euro 3.752,65.
Tali servizi volti alla tutela della fauna selvatica, non solo come patrimonio indisponibile dello Stato, ma anche come componente di quel sistema complesso, comunemente chiamato “ambiente”, da salvaguardare per le future generazioni, proseguiranno anche a stagione venatoria chiusa per impedire che i bracconieri esercitino la loro caccia illegale in periodi non consentiti dalla legge.