Ieri ma anche oggi la città di Taranto sta vivendo un triste deja vu: sferzata dai venti provenienti da nord est, si trova sotto scacco delle polveri dei parchi minerali e della produzione -emissioni diffuse e fuggitive- che questa fabbrica paleolitica che sa solo atteggiarsi ad industria strategica, vomita continuamente sulla città. Com’è noto l’Ilva disperde in atmosfera emissioni non convogliate frutto della produzione che contengono sostanze contaminate spinte dal vento di nord est sulla città, polveri che vengono respirate dalla popolazione e entrano nella catena alimentare perché la copertura dei parchi minerali non può trattenerle.È inconcepibile che a distanza di più di dieci anni e dopo le condanne in primo grado del processo Ambiente svenduto, non sia stato messo in atto nessun provvedimento serio per tutelare la salute di una popolazione oramai allo stremo, costretta ancora di più nei giorni di Wind day, ad avere una qualità dell’aria decisamente peggiore con la conseguenza di respirare maggiori inquinanti, con il rischio di un incremento di malattie.Noi come Europa Verde Taranto chiediamo ancora una volta a gran voce di dare una chance a questa città, chiudendo le fonti inquinanti e utilizzando i fondi del PNRR e ogni altra risorsa disponibile per la bonifica del territorio e per la riqualificazione degli operai. Chiediamo di mettere fine allo sperpero dei soldi pubblici usati per garantire la continuità produttiva e costruire la copertura dei parchi minerali che sono stati l’ennesima beffa per i tarantini.