Si è celebrata la seconda udienza istruttoria del processo che, dinanzi al Tribunale monocratico Seconda Sezione Penale del Tribunale di Taranto, vede imputato il settantaduenne Salvatore Pataleo, ex Ispettore del Lavoro, all’epoca dei fatti in servizio presso la Direzione territoriale del Lavoro di Taranto.
Al Pataleo sono contestati i reati di calunnia e falso in atto pubblico in continuazione, nonché quello di falsa testimonianza ed è difeso dall’Avvocato Michele Rossetti; la parte lesa è l’Ingegnere Luca Tagliente, costituitosi parte civile ed è assistito dall’Avvocato Massimo Saracino.
Di fatto questa è stata la seconda udienza “utile” del processo, in quanto precedentemente l’Avvocato Massimo Saracino, in ragione della delicatezza del caso, aveva chiesto ed ottenuto che il giudizio fosse trattato da un giudice togato; giudizio quindi assegnato alla Dott.ssa L. Galasso.
Nell’udienza, interrogato il Pataleo, sembrerebbero essere emerse una serie di contraddizioni nella versione dei fatti resa a sua discolpa. l’imputato, infatti, sembra non abbia fornito una giustificazione valida o comunque credibile in ordine alla mancata trasmissione all’ufficio del PM di una serie di documenti (allo stesso forniti nell’anno 2012 dall’ing. Tagliente) che avrebbero dimostrato sin dall’inizio l’innocenza dello stesso Tagliente nell’ originario processo a suo carico.
“l’Ingegner Luca Tagliente, Direttore dello stabilimento Appia Energy di Massafra, suo malgrado per anni – ricorda infatti l’Avv. Massimo Saracino – è stato protagonista di un incredibile caso giudiziario, da cui è stato poi assolto con formula piena”.
Le tribolazioni di Luca Tagliente iniziano il 10 settembre del 2011, allorquando un dipendente di una ditta appaltatrice, addetto alla pulizia nell’inceneritore di Massafra Appia Energy, subisce un infortunio sul lavoro.
Secondo la ricostruzione del PM Marzia Castiglia, titolare delle indagini che hanno portato il Pataleo alla sbarra, l’ing. Luca Tagliente fu accusato ingiustamente di non aver fornito alla ditta appaltatrice le informazioni necessarie per un corretto impiego di alcuni carrelli concessi alla stessa in comodato d’uso, nonché quelle per evitare i rischi connessi al loro utilizzo; l’ingegnere Tagliente veniva accusato anche di non aver fornito ai lavoratori i mezzi adeguati e le misure organizzative previste ex lege per ridurre i rischi connessi alla movimentazione manuale dei carichi.
Salvatore Pataleo avrebbe quindi omesso – sempre secondo la ricostruzione del PM– di allegare alla sua informativa gli atti che l’ingegnere Luca Tagliente aveva consegnato in precedenza all’Ispettorato del Lavoro, documentazione che avrebbe dimostrato che la ditta appaltatrice aveva ricevuto tutte le informazioni previste dalla legge.
L’accusa di falsa testimonianza è invece relativa alle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Pataleo tre anni fa in aula dinanzi al Tribunale in occasione del processo che era a carico del Tagliente.
In tale occasione infatti il Pataleo avrebbe ribadito sostanzialmente quanto riportato nell’informativa, non considerando invece la ricostruzione degli avvenimenti basata sui documenti acquisiti.
Tale processo, come prima detto, si è poi concluso con l’assoluzione di Luca Tagliente con la formula più ampia.