“Se un Ministro fa e lavora per garantire la produzione dell’acciaio, non ci può essere un alleato che disfa!”. Sono le testuali parole pronunciate da Matteo Salvini, nel corso di un collegamento televisivo sabato sera in diretta nazionale, mirato alla ricostruzione delle trattative per il Quirinale. Il riferimento, chiarissimo, è al Movimento 5 Stelle, che fin dal primo momento si è fortemente opposto alla previsione contenuta nell’art 21 del Decreto Milleproroghe, che trasferisce 575 mln di euro (rivenienti dal sequestro fatto anni addietro agli industriali siderurgici Riva), dagli interventi di bonifica delle aree inquinate ai futuri impianti per la produzione di acciaio, attraverso la decarbonizzazione. In sostanza, il leader della Lega ha candidamente dichiarato e platealmente ufficializzato che la paternità di quel provvedimento appartiene al suo Ministro allo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. La mano che ha inteso distrarre quell’ingente somma programmata per le bonifiche, porta la firma della Lega e la serenità con cui Salvini lo dichiara pubblicamente è sintomatica di quanto lontana sia la sua politica dalla volontà di offrire garanzie a Taranto e ai Tarantini, in termini di salute e benessere collettivo, compreso il lavoro (sarebbero infatti 1500 i lavoratori rimasti in amministrazione straordinaria ex Ilva, utili alle bonifiche ambientali).
Ecco svelati quindi i nomi dei responsabili che vorrebbero dirottare i soldi destinati alle bonifiche ad Acciaierie Italia, garantendo la continuità produttiva dello stabilimento siderurgico, rimpinguando così le sue casse (ormai agli sgoccioli perché Arcelor Mittal non intende più investire e lo Stato, entrato al 49% con Invitalia, non ha risorse).
L’art. 21 del Decreto Milleproroghe, emanato dal Consiglio dei Ministri lo scorso dicembre, ha il sapore della beffa, l’ennesima, per una città che ha già pagato abbondantemente il suo tributo e che ora deve rialzare la testa. “Questo è un aiuto di Stato che non si può consentire!” – tuona il Sen. Mario Turco, Vicepresidente del Movimento 5 Stelle. Il nostro parlamentare, già Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio nel Conte II, ha più volte rimarcato il fatto che non si possa, nella maniera più assoluta, modificare la destinazione di tali risorse mirate all’attività di bonifica delle aree più inquinate e danneggiate dall’impatto ambientale, atte a risarcire i cittadini dei danni subiti, riqualificando così quella parte di territorio. Come già dichiarato nei giorni scorsi, il Movimento ha presentato un apposito emendamento per sopprimere la norma in questione. Si manterrà alta l’attenzione fino all’effettiva conversione del decreto, affinché vengano confermate quelle risorse la cui destinazione è stata riconosciuta dalla Commissione Europea come risarcimento. Diversamente, come ricorda Turco, ci si ritroverebbe a parlare di “aiuto di Stato ad impresa privata”.
Il Movimento 5 Stelle, a guida Giuseppe Conte, considera l’atto in questione, a firma Lega, l’ennesima richiesta di rinuncia e di sacrificio ai Tarantini, in cambio di un regalo: quello del carbon coke incandescente, la cui cenere farebbe fatica a coprire uno scempio di cui tutti saremmo colpevoli.