«I progressi che iniziano a vedersi sul fronte di Ilva consentiranno di definire un quadro di insieme più chiaro, che può dare anche una risposta a Piombino e a tutta la filiera». Queste le dichiarazioni, rilasciate ieri a Livorno, dal Ministro del Lavoro Orlando. Non sappiamo di quali progressi parli il Ministro, conosciamo bene, invece, le condizioni dello stabilimento siderurgico tarantino il cui stato è fortemente preoccupante.
Ancora una volta, un autorevole esponente del Partito Democratico si schiera nettamente in difesa dell’ex Ilva, omettendo colpevolmente di considerare il danno sanitario e ambientale della nostra città. Con buona pace degli esponenti locali dello stesso partito che, a giorni alterni, parlano di decarbonizzazione, chiusura dell’area a caldo e impianti alimentati ad idrogeno. Fumo, come quello che esce quotidianamente, da sessant’anni, dalle ciminiere della fabbrica, responsabile di morte e malattie ma anche della desertificazione economica della nostra città.
Taranto e i tarantini saranno ancora sacrificati in nome della produzione di acciaio e i responsabili hanno nomi e cognomi. Una città per cambiare – Taranto si opporrà in ogni sede e con ogni mezzo al futuro a cui vogliono condannare la nostra città. I figli di Taranto meritano di vivere sotto un cielo azzurro, tutto il resto è inaccettabile ed irricevibile. Siamo certi che una vera rinascita sia possibile solo dopo lo spegnimento del siderurgico.