Militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Taranto hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo riguardante beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, per un ammontare complessivo di 56 milioni di euro.
Il provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Taranto – Dr.ssa Rita Romano, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica – Dr.ssa Maria Grazia Anastasia, rappresenta la conclusione di indagini finalizzate ad accertare l’indebita percezione di contributi statali erogati dalla “G.S.E. S.p.a.” (Gestore dei Servizi Energetici) per le fonti di energie rinnovabili nel settore del fotovoltaico.
Ad 8 società, aventi sede nelle province di Milano, Bergamo, Lecco e Bolzano, viene infatti contestata l’illecita percezione di contributi pubblici, per un totale di 15 milioni di euro, attraverso la realizzazione in agro di Ginosa (TA) di 4 impianti di produzione di energia elettrica tramite conversione fotovoltaica, ciascuno dei quali di potenza superiore al massimo consentito di 1 MW.
Le attività investigative hanno consentito in particolare di appurare che l’illecita realizzazione sarebbe stata posta in essere anche attraverso la produzione di documentazione artificiosa al Comune di Ginosa, attestante l’illecito frazionamento dei 4 impianti in 11 parchi fotovoltaici, limitrofi tra loro, ciascuno dei quali di potenza di poco inferiore a 1 MW.
Complessivamente sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria 12 persone (fra i rappresentanti legali ed amministratori delle citate società) a vario titolo, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.
Il provvedimento odierno riguarda il sequestro degli 11 parchi fotovoltaici, il cui valore complessivo ammonta a 26 milioni di euro, nonché di beni e disponibilità finanziarie, a carico dei responsabili delle società in argomento, fino alla concorrenza dei predetti 15 milioni di euro di contributi illecitamente percepiti.
Nell’ambito dello stesso provvedimento magistratuale è stato altresì disposto il sequestro preventivo, per la responsabilità amministrativa degli enti coinvolti, di beni e disponibilità finanziarie riconducibili alle suindicate 8 società, per ulteriori 15 milioni di euro.
L’attività di servizio svolta conferma il ruolo di polizia economico-finanziaria affidato al Corpo della Guardia di Finanza nel settore strategico della spesa pubblica, a contrasto delle condotte tenute da chi, accedendo indebitamente ai contributi erogati dallo Stato, oltre a sottrarre importanti risorse economiche, esercita di fatto una concorrenza sleale nei confronti delle aziende sane.