“Da domani i 26 minori risultati positivi al Covid di età media compresa tra i 16 e i 17 anni e qualcuno anche di età inferiore saranno trasferiti dall’hotspot del porto di Taranto ad un centro per l’accoglienza minori che abbiamo già individuato. In questo modo offriremo loro nel pieno rispetto delle regole anti Covid una soluzione migliore” . Lo dichiara ad AGI il prefetto di Taranto Demetrio Martino chiarendo la situazione dopo le prese di posizione di un sindacato di polizia Mosap Movimento sindacale autonomo di polizia e del gruppo di Fratelli d’Italia in Regione Puglia che hanno parlato di evasione dall’hotspot di rischio contagio e di agenti aggrediti dai migranti.
“A oggi i fuggitivi sono in gran parte rientrati. Mentre tra i positivi 6 sono i ricoverati ma in condizioni non critiche e di questi 2 lo sono per altre questioni. Tra i migranti ospiti dell’hotspot erano scappati in 17 – spiega il prefetto di Taranto ad AGI – ma è improprio parlare di evasione perchè parliamo di persone che non sono ristrette . Il nostro compito quelle delle forze di polizia – evidenzia Martino – è assicurare persuasione e deterrenza. La stessa presenza delle forze dell’ordine all’esterno dell’hotspot che è struttura ministeriale va intesa come misura di protezione che peraltro viene svolta con massima professionalità . Abbiamo avuto tre arrivi sinora e nei due casi precedenti non si sono verificati particolari fenomeni. E’ quindi andata meglio – aggiunge il prefetto di Taranto -. Applichiamo nell’hotspot i protocolli anti Covid validati dal ministero della Salute e dall’Asl. E aggiungo che riserviamo ai minori container dedicati e servizi igienici ad uso esclusivo in una zona delimitata”.
Circa la possibilità di intensificare la vigilanza per bloccare tentativi di fuga dall’hotspot il prefetto di Taranto aggiunge ad AGI che “possiamo rafforzare la vigilanza ma non può essere un fatto coercitivo. Quello che abbiamo invece fatto è stato il rafforzamento delle ore di mediazione culturale e linguistica perche’ venissero trasferite agli ospiti dell’hotspot di Taranto tutte le rassicurazioni e tutte le informazioni possibili . Teniamo presente – chiarisce il prefetto Martino – che viviamo un periodo che non dipende da noi e quindi che si si debba rimanere sette giorni in isolamento per la quarantena non è facile da accettare. Non abbiamo però chance diverse. A ciò’ si aggiunga – rileva il prefetto – che la maggior parte di coloro che arrivano qui sono provvisti all’arrivo di tampone negativo poi però non possiamo escludere un periodo di incubazione e quindi il manifestarsi di situazioni diverse . Il prefetto rileva che non stiamo vivendo un momento di emergenza per quanto riguarda l’accoglienza a partire dal livello nazionale. Perche’ – sostiene – se vediamo i numeri degli arrivi sono più bassi di quelli riferiti ai periodi precedentemente affrontati. Eravamo in passato a 180mila arrivi in tutta Italia adesso siamo tra i 50mila e i 70mila. Semmai – sottolinea il prefetto di Taranto – la difficoltà l’abbiamo nella fase di sorveglianza sanitaria per la quale dobbiamo cautelarci e rispettare il previsto periodo di quarantena . Come Prefettura – prosegue Martino – siamo una articolazione del ministero dell’Interno e concorriamo a dare una una soluzione ai problemi collaborando con la Regione il Comune e l’autorità giudiziaria. Ed è proprio in questo ambito che abbiamo individuato la struttura dove far svolgere il periodo di quarantena”.
Il prefetto aggiunge che l’hotspot di Taranto è dimensionato per 400 posti ma per ragioni contrattuali e per la necessità di un alleggerimento delle presenze lo abbiamo adesso portato a 290 posti .
“L’hotspot di Taranto non è un lager e all’interno vi è una condizione di piena regolarità sottolinea il prefetto Martino. Circa poi la denuncia del sindacato di polizia (il sindacato Siulp ndr) relativamente ad un’aggressione che sarebbe avvenuta da parte dei migranti nei confronti degli agenti il prefetto chiarisce ad AGI che non vi è stata nessuna aggressione.
“Parlo sulla base di documenti ufficiali del questore di Taranto. Cosa è accaduto Che nella fase concitata di uscita di questi ragazzi dall’hotspot un agente è inciampata ed un collega ha sparato due colpi in aria. Gli atti ufficiali dicono questo. Sull’episodio specifico cioè sul perchè il poliziotto abbia sparato in aria forse temendo una possibile evoluzione negativa della situazione probabilmente si farà un ulteriore approfondimento ma qui mi preme dire che nessun esponente delle forze di polizia è stato aggredito accerchiato o pestato. Nulla di tutto questo è accaduto”.