“La montagna ha partorito il topolino” scrive Federmep su Facebook. Peccato che a questo “parto” abbiano contribuito anche loro, proponendo la ripartenza del wedding con l’introduzione del cosiddetto green pass, quello che nel 1943 si chiamava “lascia passare”.
Nessun paladino del giusto però, fa similitudini con gli anni bui. Forse perché adesso non conviene parlare di dittatura, ed è un peccato perché una volta tanto potrebbero essere presi sul serio.
Si dicono soddisfatti. Politici e rappresentanti del settore, sono soddisfatti dell’annunciata ripartenza dei matrimoni fissata al 15 giugno. Una ripartenza che di fatto non esiste, considerato che per poter festeggiare, gli ospiti dovranno sottoporsi a tampone 48 ore prima del ricevimento oppure essere in grado di attestare di essere guariti dal Covid o essersi sottoposti a vaccinazione.
Il risultato di questa – lasciatemi passare il termine – “cagata” è che tante coppie di sposi hanno nuovamente disdetto le loro nozze, con conseguenti perdite per fornitori, locali e famiglie che in quel matrimonio hanno investito denaro. Caparre perse, abiti acquistati, bomboniere in pasto alla polvere. Il disegno perfetto di una Italia che riparte al contrario e che si premura di poter affrontare al meglio la finale di Coppa Italia.
Ma riflettiamo bene: è davvero fattibile questo green pass? Dall’alto di quali valutazioni scientifiche salta fuori? Da quelle di colui che ha anche proposto il via libera per le piscine al chiuso il 1° luglio?
Il green pass è quanto di più anticostituzionale questo governo di incompetenti potesse partorire. Un provvedimento vessatorio, liberticida, impugnabile in tutto e per tutto. Si tratta di un ricorso già vinto.
Come pensano di gestire, questi illuminati, la raccolta dei dati per ogni invitato? Chi garantisce la privacy del singolo? Che poteri e che autorità verranno conferiti al cosiddetto “covid manager”? Avrà funzioni da pubblico ufficiale?
Che differenza c’è tra un pranzo nuziale e un all you can eat al ristorante cinese dove posso sedermi tranquillamente circondato da estranei che pranzano?
La Puglia, regione d’Italia nella quale si celebravano più matrimoni, resterà anche quest’anno a bocca asciutta.
Le polemiche dei futuri sposi 2021 corrono velocemente sui social. Nessuno vuole e può costringere gli invitati a sottoporsi a tampone e non tutti riescono a vaccinarsi (vedi le fasce d’età).
Oltre a limitazioni delle libertà individuali, qui si andrebbe incontro anche a una forma di discriminazione, tema tanto caro ai paladini dei diritti.
Ma tanto che importa, adesso la priorità è una: il trofeo che manca in bacheca a Cristiano Ronaldo.
In ultima analisi: davvero ridicolo l’entusiasmo di Mariastella Gelmini & Co. Abbiate la decenza di ammettere l’ennesimo fallimento e di non esultare sulle spalle di migliaia di coppie per l’ennesima volta con il deretano per terra.
Per colpa vostra.