Questa mattina, a Palazzo di Città, il componente del consiglio direttivo di Eurispes, l’avvocato Arnaldo Sala, ha consegnato al sindaco Rinaldo Melucci il 33esimo Rapporto Italia stilato dall’istituto di ricerca che, in premessa, ha un capitolo dedicato al futuro di Taranto.
«La prospettiva che ha disegnato il presidente di Eurispes Gian Maria Fara – il commento del primo cittadino -, ancorché realizzabile, è la prova di come un diverso approccio al complesso dossier dell’ex Ilva sia ormai patrimonio diffuso e condiviso.
È significativo, infatti, che un ente di ricerca indipendente ragioni in questi termini rispetto alla tenuta di un progetto economico che sta mostrando tutti i suoi limiti. È il mercato ad aver disegnato la limitatezza dell’orizzonte produttivo dello stabilimento siderurgico tarantino, è il mercato che ci sta indicando quanto sia urgente provvedere a un’alternativa, per non incorrere nell’errore di destinare incautamente troppe risorse pubbliche a un’esperienza ormai in grado di produrre più danni alla salute dei cittadini che benefici al territorio.
Questa lettura è, nei fatti, quella che abbiamo utilizzato per definire il nostro piano di transizione economica, ecologica ed energetica “Ecosistema Taranto”: molte delle cose che leggiamo nel rapporto di Eurispes sono parte integrante di quel piano, compresa la necessità di governare questo passaggio con strumenti adeguati.
La suggestione di Fara, infatti, conferma anche quanto sia urgente predisporre un percorso organico, in grado di gestire l’arco temporale che ci divide dal modello attuale all’alternativa alla quale stiamo faticosamente lavorando.
L’accordo di programma che chiediamo insistentemente al Governo, o addirittura una legge speciale per Taranto, sono quindi opzioni indispensabili per accompagnare il cambiamento che la nostra città attende: potremo confrontarci sui dettagli, ma non possiamo più evitare il tema della transizione.
Perché Taranto è paradigma di quel che il Paese può e deve fare in tal senso: se avremo successo qui, lo avrà la nazione intera».