Silvia Ruotolo e Annalisa Durante. Due nomi che riecheggeranno per sempre nei ricordi e nella vita di Giovanni Maiorano, assistente capo della Polizia di Stato e vice sindaco di Maruggio, comune della provincia di Taranto.
Ruotolo e Durante sono due vittime innocenti di quel cancro che è la camorra. Entrambe sono state strappate prematuramente alla vita per mano di vili criminali.
La prima, giovane mamma, è stata uccisa a Napoli l’11 giugno 1997, sotto gli occhi della sua bambina, mentre andava a scuola a prelevare l’altro figlio. Nel posto sbagliato al momento sbagliato: una faida tra clan.
Annalisa Durante, invece, fu uccisa nel marzo del 2004, sempre a Napoli nel quartiere Forcella. Aveva solo 14 anni e rimase anche lei coinvolta in una sparatoria tra camorristi.
Entrambi gli omicidi hanno segnato profondamente la vita di Giovanni Maiorano che arriva a prestare servizio a Napoli, proprio nel 1997, due mesi prima dell’omicidio di Silvia Ruotolo e ci resta fino al 2010.
«Ricordo ancora la voce alla radio che diramava le note dell’accaduto e la ricerca degli autori. Avevo 22 anni, mi sembrava di vivere in un film, la radio parlava di una mamma attinta da colpi di arma da fuoco mentre era andata a prendere i figli da scuola» lo racconta a Tarantini Time il vice sindaco Maiorano.
Ci parla da uomo politico, vestito della sua carica istituzionale, ma quel senso di legalità e giustizia proprio della divisa che indossa, non passa in secondo piano.
Giovane, da poco entrato in Polizia e mandato in una terra difficile, Giovanni capisce ben presto di quanto sia importante la presenza dello Stato in determinati luoghi.
Quando fu uccisa la quattordicenne Annalisa Durante, Giovanni era in servizio alla sezione Falchi e, dopo la segnalazione via radio di colpi d’arma da fuoco in via Forcella, giunse immediatamente sul posto con i colleghi.
«Anche qui le scene erano infernali, una ragazzina che se ne stava per fatti suoi viene strappata alla vita in maniera così violenta e atroce. Tutto il quartiere era sceso in strada, urla, pianti, la disperazione della gente per bene ed onesta si toccava con mano. Tantissime volte, troppe – racconta Maiorano – siamo intervenuti a seguito di sparatorie e di omicidi di camorra. Non c’è stata una sola volta che il mio pensiero non sia andato a Silvia e ad Annalisa».
Sono passati tanti anni da quegli episodi, nel frattempo i 22 anni di Giovanni sono diventati 47.
«A 22 anni ero solo un figlio ora sono figlio e padre. Non le ho mai dimenticate. Ho sempre pensato che quello che è accaduto a loro sarebbe potuto succedere a chiunque. Mi considero “un fortunato”. Ho una vita serena, una bellissima famiglia, un lavoro che amo ed una grande passione per la politica. Cosa sarebbe successo se anche io fossi stato coinvolto da una storia del genere? A causa del mio lavoro ne ho viste e vissute davvero tante, da scriverci un libro. Ma le storie di Silvia e Annalisa credo siano le più significative e sono sicuro che non le dimenticherò mai. Perdere un genitore o un figlio credo sia tra i dolori più forti che l’essere umano possa subire, perderli in determinate maniere è ancor più doloroso e avvilente».
Questo suo vissuto e il modo in cui queste due morti ingiuste hanno segnato il suo percorso, hanno portato Giovanni, in veste di vice sindaco del comune di Maruggio a proporre l’intitolazione di due vie del paese alle due donne.
L’intitolazione, con il benestare dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Alfredo Longo, è avvenuta lo scorso 30 aprile.
«La speranza – dice Maiorano – è che il loro ricordo che ormai terremo sempre acceso nel nostro Comune sia da stimolo, soprattutto ai più giovani a far comprendere che le mafie sono il cancro della nostra società e che dobbiamo combatterle sempre, perché purtroppo – conclude – non basta rimanerne fuori».
All’indomani dell’iniziativa, Alessandra Clemente, la figlia di Silvia Ruotolo, anche lei in politica in veste di assessore al patrimonio, lavori pubblici e giovani del comune di Napoli guidato dal sindaco Luigi De Magistris, ha ringraziato su Facebook Maiorano e tutta la comunità di Maruggio.
«Un gesto molto bello. Mi commuove – ha scritto Alessandra Clemente sulla sua pagina facebook – Ringrazio a nome di mio padre Lorenzo, mio fratello Francesco e mio il Vice Sindaco di Maruggio, Giovanni Maiorano e tutta la comunità di Maruggio per questa dedica così inaspettata quanto cara. La rabbia si stempera nella speranza. Da un lato le spaccherei quelle targhe perché questo mi resta della mia mamma? Un pannello stradale freddo rigido e lontano? Lei era tutt’altro. Era viva, calda, morbida e vicina. Ma vivo, caldo, morbido e vicino come la forza di un abbraccio è questo gesto e questo mi volge verso la speranza che lei non è morta invano ma alimenta l’amore, l’impegno ed il bene che in vita le hanno tolto, in altri. Attraverso pensieri, azioni, scelte. In me è così. Lei è più forte di loro! Continua a vivere mentre loro vivi, sono morti dentro. E noi anche, vivi portiamo la testimonianza della vita nel senso più vero e profondo ovvero impegnarsi contro le ingiustizie e ogni forma di violenza. Siamo felici quando siamo amati e amiamo» ha concluso.
Ringraziamenti anche dall’associazione Annalisa Durante: «Giovanni Durante, la moglie Lina, la figlia Emanuela, il suocero Antonio, la nipotina Annalisa e tutti gli altri familiari, insieme alla nostra associazione e alla città intera, dicono grazie di cuore ai cittadini di Maruggio per l’importante gesto che è stato compiuto in memoria di Annalisa e di Silvia. La memoria rende vivo il sentimento, il pensiero e l’azione. Grazie alla memoria non si muore, soprattutto se la memoria diventa impegno sociale, educazione responsabile, cittadinanza attiva».