Il 30 aprile scorso il Consiglio Comunale di Grottaglie ha approvato il Bilancio di previsione 2021/2023. Un bilancio che non è solo un documento contabile, ma l’atto politico più rilevante di una amministrazione comunale. Essendo l’ultimo dell’attuale amministrazione, è stata anche l’occasione per tracciare un bilancio, a consuntivo, dell’amministrazione D’Alò. Una gestione caratterizzata in questi cinque anni per la mancanza di confronto, dentro e fuori il Consiglio Comunale, ma anche per non aver onorato nessuno degli impegni enunciati nelle Linee Programmatiche di mandato e ripetute in occasione dei bilanci di questi anni. Trasparenza, partecipazione e condivisione delle scelte con i cittadini è stato l’impegno più gridato e più disatteso come quelli del “bilancio partecipato”, del “bilancio sociale”, del “codice etico”, dell’URP, ecc. Per questo l’amministrazione ha evitato sempre il confronto in consiglio comunale e persino con le organizzazioni sindacali per condividere le scelte sul piano sociale. Soprattutto alla luce dei tremendi effetti dell’emergenza economica e sociale legati alla pandemia del Covid-19 che ha impoverito decine di famiglie alle quali i previsti interventi riveniente dalla Regione e dallo Stato sono stati elargiti con criticate modalità.
Ma il colpo di scena che ci si aspettava è puntualmente arrivato.
Infatti tre consiglieri di minoranza, tra i quali due del gruppo di Articolo Uno (Serio e Marangella), hanno presentato una mozione con il chiaro intento trasformistico di votare il bilancio e passare in maggioranza. Ciò in spregio al mandato ricevuto dagli elettori e contraddicendo palesemente cinque anni di opposizione al governo locale per le scelte ritenute contrarie agli interessi dei cittadini. Decine di interrogazioni, interpellanze e mozioni per contrastare questo modo di governare, ma anche per proporre e suggerire miglioramenti a vantaggio dei cittadini. In un solo colpo, tutto cancellato per imbarcarsi nella maggioranza.
E lo hanno fatto nel modo più subdolo presentando una mozione all’ultimo momento senza inviarla ai consiglieri comunali che dovevano esaminarla e votarla. Ma la farsa per giustificare il “salto” in maggioranza aveva bisogno di motivazioni per cui hanno introdotto alcune richieste delle minoranze che il sindaco e la maggioranza hanno più volte arrogantemente bocciato o bloccato. In particolare l’approvazione del Regolamento Edilizio Tipo (RET) e i provvedimenti, urbanistici e finanziari riguardanti le aree dei Comparti “C”.
Sul Regolamento Edilizio Tipo (RET), come gruppo di Articolo Uno, abbiamo promosso fin dal novembre 2018, interrogazioni e richieste di convocazione di Commissione e Consiglio Comunale in quanto preoccupati che la mancanza di questo strumento provoca gravi ripercussioni sui cittadini e sui tecnici. Ma l’amministrazione ha colpevolmente ritardato l’iter di approvazione tanto che, tutt’ora, è fermo al 9 maggio 2019 quando il Consiglio Comunale ha approvato le sole “definizioni uniformi” quale allegato del futuro RET. Ritardando così di oltre tre anni la possibilità di dotare il Comune di questo importante strumento.
Per quanto riguarda poi la tassazione IMU degli immobili ricadenti nei Comparti “C” è bene ricordare la totale chiusura dell’amministrazione riguardo alle richieste dei proprietari degli immobili scaricando sugli stessi un immotivato contenzioso legale con i cittadini interessati, stretti tra onerose cartelle esattoriali e un incomprensibile e oneroso contenzioso.
Eppure il gruppo di Articolo Uno si è fatto carico di numerose iniziative sia sul piano economico-finanziario e su quello urbanistico. Il tutto condensato in una Mozione presentata al Sindaco e al Consiglio Comunale. Con tale Mozione, si chiedeva di modificare, prima di deliberare il Bilancio 2020, le contestate aliquote e di riproporre la delibera consiliare del 2007 di approvazione dei “Criteri per la perimetrazione dei sottocomparti nelle Zone C”. Una Mozione pur sottoscritta da tutto il gruppo, veniva bocciata dalla maggioranza del Consiglio Comunale anche per l’assenza dei due consiglieri sottoscrittori che ora “scoprono” le aspettative dei cittadini interessati.
Questo comportamento trasformistico avvenuto in Consiglio Comunale rafforza, alla vigilia della campagna elettorale, la maggioranza che si è “combattuta” per cinque anni. Ovviamente ne prendo atto, in democrazia succede. Ma il danno più grave provocato da questo ”teatrino” è l’ennesima azione che provocherà sempre più l’allontanamento dei cittadini dalla politica e dalla partecipazione.