Nel marzo del 2019, 42 persone finirono nel registro degli indagati con l’accusa di truffa e falso. Tra questi vi erano ausiliari del traffico e tre coordinatori addetti al controllo dell’attività.
L’accusa per i coordinatori era di truffa ai danni dell’Amat, poiché secondo la Procura, avrebbero timbrato il cartellino, allontanandosi dalla sede di lavoro, percependo in questo modo un ingiusto profitto, con una retribuzione maggiore commisurata a ore di lavoro non svolte.
L’accusa per gli ausiliari del traffico, invece, era di falso ideologico in atto pubblico in concorso con i coordinatori, in quanto avrebbero attestato falsamente controlli mai avvenuti, con l’indicazione di luoghi e orari durante i quali i coordinatori si erano assentati dal servizio.
A distanza di due anni, il Gup del Tribunale di Taranto, ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere nei confronti degli ausiliari del traffico perché “il fatto non sussiste”, mentre ha disposto il rinvio a giudizio per i tre coordinatori.