Il nuovo DL Aprile ci lascia molto perplessi e lo vogliamo affermare a gran voce, associandoci all’allarme sollevato dall’Anci. Facciamo appello, perciò, alla Regione Puglia perché intervenga per mitigare certi prevedibili impatti di questo decreto sulle nostre comunità, già lungamente provate dalla pandemia.
Noi siamo perfettamente consapevoli dell’andamento della curva dei contagi e abbiamo già dimostrato di saper agire con grande rigore a Taranto, a supporto dei cittadini più fragili o esposti, a favore dell’impegno di operatori sanitari e forze dell’ordine, ai quali tutti rinnoviamo la nostra incondizionata gratitudine.
Questo, però, è il primo decreto di questa pandemia che giunge improvviso, senza alcun confronto con i comuni, le province e le regioni. Ancora una volta non troviamo soluzioni serie alla cruciale questione dei ristori, che i sindaci in queste ore stanno invocando con forza. Ancora una volta si scaricano su territorio e sistema di imprese tutti i rischi e i sacrifici. Per non parlare dell’assurdità di consentire viaggi all’estero, mentre bisognerebbe dare una prospettiva ai nostri operatori turistici, della ristorazione e della cultura, solo per fare degli esempi eclatanti per l’area ionica.
Eppure, nonostante le difficoltà generalizzate di bilancio, basterebbe dare ai cittadini poche semplici indicazioni e tanto sostegno concreto e quotidiano come dotare i comuni di maggiori strumenti per i controlli e i servizi sociali.
Di questo passo finiremo per consegnare le nostre imprese alla criminalità e non sapremo per cosa usare i fondi del Recovery Plan, visto che non resterà molto da fare ripartire in estate.
Insomma, rigore sì, azzardo sulla pelle di imprese e amministratori locali no.
Come fatto già nella prima fase della pandemia, il Comune di Taranto tornerà nei prossimi giorni ad ascoltare le categorie produttive e a valutare nuove misure positive per loro, ma sarà una goccia nel mare se il Governo non muterà il proprio approccio.