Il Governo Draghi è al lavoro sul Decreto Sostegno 2021, contenente aiuti a famiglie, lavoratori e imprese danneggiate dalla pandemia.In attesa di leggere il testo definitivo, cresce la preoccupazione tra i titolari di startup nel tarantino. Le 520 imprese della Regione Puglia (di cui 183 solo in Provincia di Taranto) che hanno aperto la partita Iva nel 2018 e avviato l’attività nel 2019, sarebbero infatti escluse dal contributo a fondo perduto e dalle altre agevolazioni previste. Si ripropone dunque un problema che Casartigiani, tramite il coordinatore regionale Stefano Castronuovo ha più volte evidenziato. Già nei mesi scorsi i rappresentanti del mondo imprenditoriale iscritti all’associazione avevano sottoposto all’attenzione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, senatore Mario Turco, un documento tecnico relativo alle criticità segnalate dalle categorie escluse dai ristori, con proposte utili al riconoscimento di ristori e benefici.«Le nostre osservazioni erano state presentate anche dalla Confederazione al Governo Conte ma con il passaggio di consegne al nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri non abbiamo avuto risposte alle nostre richieste. – riferisce Castronuovo – Ora che il Governo Draghi si appresta ad approvare il nuovo provvedimento, chiediamo che non si sottovaluti il problema delle nuove partite Iva».Il Decreto Sostegno nello specifico, introduce nuovi indennizzi che saranno erogati ad una platea di beneficiari più ampia, senza il limite dei codici Ateco, in modo da includere anche quelle categorie che prima non erano state considerate e con una differente modalità di calcolo. Si prevedono infatti contributi a fondo perduto per imprese e professionisti che abbiano registrato un calo del fatturato pari ad almeno il 33 per cento su base annuale e non più bimestrale. «Le imprese di recente attivazione, con un posizionamento sul mercato meno solido rispetto ad aziende già avviate, verranno così penalizzate perché non possono dimostrare la perdita di fatturato richiesta. – fa notare Vincenzo Cosa referente del settore ristorazione di Casartigiani Taranto- Sebbene nella bozza del provvedimento siano previsti contributi anche per i soggetti che hanno iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019 anche in assenza del requisito relativo al fatturato, moltissime imprese tarantine non potranno beneficiarne perché, pur avendo avviato l’attività nel 2019, risultano però registrate all’Agenzia delle Entrate nel 2018. La politica ne tenga conto», è l’appello della categoria dei ristoratori, i più colpiti da questa problematica. «Oltre alle startup – aggiunge Castronuovo – sarebbero escluse dal Decreto Sostegno 2021 anche un migliaio di aziende che registrano un incremento del fatturato per effetto di ingenti investimenti (ad esempio apertura di una seconda unità produttiva) sostenuti tra il 2019 e il 2020 e dunque, non effettivamente dovuto all’aumento del carico di lavoro. La nostra proposta è quella di decurtare dal calcolo per il contributo dello Stato il fatturato relativo al nuovo investimento. I nostri titolari di impresa sono disposti a sopportare ulteriori disposizioni restrittive da parte del Governo o nuove ordinanze anti-contagio da parte del Sindaco di Taranto se necessarie per contenere la diffusione del virus– prosegue il segretario provinciale – ma è indispensabile che a queste misure vengano affiancate prontamente quelle economiche per imprese e cittadini. Le aziende non sono nelle condizioni di sostenere un ulteriore aggravio di liquidità. Sarebbe insostenibile, soprattutto per quelle di minore dimensione».