C’è un cassetto a Taranto, nel quale sono custoditi i sogni irrealizzabili di tutti i bambini che non ce l’hanno fatta.
C’è il sogno di chi avrebbe voluto costruire navi; il sogno di chi un giorno sarebbe diventata una stilista famosa; il sogno di chi sarebbe diventato un super eroe, chi una maestra, chi una ballerina. Tanti sogni colorati e felici, diversi livelli di ambizione ma una sola e comune volontà: quella di vivere.
Tutti questi bambini avrebbero voluto vivere. Non facciamo altro che ripeterci questa frase e ce la ripetiamo anche oggi, all’indomani dell’ennesimo sorriso spento.
Aveva 5 anni ed era di Taranto. Un tumore al cervello, ieri mattina, dopo una dura lotta, ha spento i suoi occhi dolcissimi.
Anna (nome di fantasia), è una dei tanti bambini di Taranto destinati a viaggi della speranza, diagnosi infauste, sofferenze atroci e cure estenuanti.
Immaginate un piccolo corpicino così martoriato dalla terapia, dagli interventi. Un piccolo corpicino che, nonostante tutto, cerca di reagire, di giocare. Di vivere quell’età così spensierata, in cui una bimba dovrebbe poter scegliere quale vestito fare indossare alla propria bambola e non quale foulard mettere in testa per nascondere i segni di quel maledetto mostro.
E adesso, provate ad immaginare quella culla, quel lettino improvvisamente vuoto e il dolore dei suoi genitori. Il dolore del suo fratellino maggiore che sarebbe stato un faro per lei e l’avrebbe protetta da tutto e tutti. Spiegate a un bambino il perché non c’è più la sua sorellina. Spiegatelo ai suoi amichetti.
Non possiamo che pensare all’immagine degli amichetti di Vincenzo Semeraro, scomparso a 11 anni qualche mese fa. I suoi compagni di scuola poggiati al finestrino del carro funebre, in lacrime. I loro “perché” dinanzi a un’ingiustizia che non si può spiegare.
Quelle lacrime, le urla della sua mamma riecheggiano nella mente, mentre è argomento caldo l’ennesimo regalo che chi ci governa vuole fare alla nostra terra: lo stoccaggio dei rifiuti nucleari.
Non sposteremo l’attenzione sulla politica per rispetto della piccola e del dolore dei suoi genitori, vogliamo però invitare chi legge, a sottoscrivere la lettera promossa dall’Associazione Genitori Tarantini – Ets e indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Per sottoscriverla cliccate su questo link (clicca QUI). Al momento sono state raccolte oltre 7200 firme, tra queste ci sono 72 associazioni.
Con questa lettera, ancora una volta, i genitori tornano a chiedere tutele per la salute dei loro bambini e interventi relativi alla questione industriale che, a Taranto, ha visto un susseguirsi di interventi da parte di diversi governi, compreso quello attuale, volti solo ed esclusivamente alla salvaguardia della produzione e non di ambiente e salute.
Bisogna dirlo senza paura e senza ipocrisie: a Taranto si continua a produrre morte con la complicità di chi aveva promesso di salvare questa città.
I Genitori Tarantini hanno scritto sui social qualche ora fa, di avere un sogno. Sognano che i giornalisti scrivano a caratteri cubitali che a Taranto è in atto una strage degli innocenti e che, a poche settimane l’uno dall’altro, due bambini sono tornati dal loro viaggio della speranza avvolti da raso bianco, vestiti con il loro abito più bello, chiusi nelle bare bianche.
Ecco cari Genitori, noi sentiamo forte questo dolore che ha colpito la città. Da sempre sensibili alla tematica ambientale non possiamo che tendervi la mano, sottoscrivere la vostra lettera e affermare senza paure che Taranto, ahinoi, è la città delle case rosse e delle bare bianche. Ma non frega niente a nessuno.