Qualunque sia il verdetto la Capitale Italiana della Cultura 2022 sarà un patrimonio condiviso di Taranto, Bari e della Puglia intera.
È l’obiettivo che le due città e l’ente regionale si sono dati attraverso il protocollo d’intesa il cui schema è stato approvato nei giorni scorsi da parte di entrambe le giunte comunali su suggerimento del capoluogo ionico.
La Puglia, infatti, è l’unica regione italiana a poter annoverare due comuni tra i dieci finalisti che, il 14 e 15 gennaio prossimi, discuteranno i dossier di candidatura dinanzi alla giuria riunita al MiBACT.
Con questo provvedimento, Taranto e Bari hanno stretto un patto con la Regione, che sosterrà strategicamente e finanziariamente le attività previste dal programma che dovesse risultare vincente nella corsa al titolo, ma anche parte di quello della città non vincitrice.
«Abbiamo tradotto in un provvedimento ciò che è realtà consolidata – ha spiegato il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci –, ossia la competitività del “sistema Puglia” che da più di un decennio sta definendo il successo mondiale di una regione che attrae e conquista. Il titolo di Capitale Italiana della Cultura è talmente prestigioso da non poter essere appannaggio di una sola città: noi a Taranto lo avevamo già immaginato, coinvolgendo i comuni della Grecìa Salentina in questa avventura, ora allarghiamo questa consapevolezza anche a Bari».
Nell’ipotesi che una delle due città sia insignita del titolo, quindi, l’altra città candidata e la Regione lavoreranno al suo fianco secondo le indicazioni di un accodo di programma quadro che punterà a una serie di obiettivi: condividere le strategie e i programmi attraverso forme di coordinamento per la realizzazione di azioni di cooperazione in campo culturale; aggregare le risorse umane, professionali, strutturali e finanziarie disponibili per garantire la miglior riuscita del programma; promuovere un coordinamento a scala regionale per individuare politiche di marketing turistico-culturale che valorizzino le identità delle due città e dell’intera regione; organizzare momenti di informazione e sensibilizzazione, in particolare presso i luoghi di educazione e alta formazione, per favorire la più ampia conoscenza del programma.
Il protocollo, però, guarda anche oltre l’eventuale successo di Taranto o Bari. «Siamo consapevoli di un fatto – ha spiegato, concludendo, Melucci –, ossia che la cultura è la strada maestra: viviamo territori talmente ricchi di storia, tradizione e bellezza che dobbiamo mostrarli al mondo e a noi stessi a prescindere dalla vittoria di una competizione. Per questo nel protocollo abbiamo previsto anche un “piano B”: se nessuna delle nostre città dovesse diventare Capitale Italiana della Cultura 2022, ci impegneremo a selezionare eventi da entrambi i programmi e a realizzarli. Per Taranto, Bari e la Puglia, il 2022 sarà comunque l’anno della cultura».