Se queste sono le “attenzioni” che il premier Giuseppe Conte ci aveva promesso un anno fa, in occasione della sua visita allo stabilimento siderurgico, allora forse è meglio che si dedichi ad altri territori.
Il territorio di Tarano, la città e la provincia, con un ecosistema che nel dopoguerra ha subito danni di ogni genere, non merita un nuovo “schiaffo” in materia ambientale insediando un nuovo sito che, al di là di tutte le tecnologie disponibili, rappresenta comunque un elemento di rischio.
Concordo con il sindaco Rinaldo Melucci quando ricorda gli impegni presi dal Governo e finora disattesi, come le bonifiche ambientali: non abbiamo ancora bonificato la “bomba ecologica radioattiva” della Cemerad, a pochi chilometri da Taranto, e già ci vogliono piazzare un altro impianto sotto casa?
Soprattutto mi sembra da condannare il metodo che, come per l’accordo sull’ex Ilva con ArcelorMittal, il Governo continua a usare nei nostri confronti: imporci decisioni prese a Roma senza averle prima condivise con chi ogni giorno amministra questo territorio. Così non va: Taranto merita rispetto.