E’ stata fissata al 18 febbraio la prima udienza del processo ad Antonio De Marco, lo studente di Scienze infermieristiche responsabile del duplice omicidio di Eleonora Manta e Daniele De Santis, in via Montello 2, a Lecce.
Il gip Michele Torriello ha emesso decreto di giudizio immediato, accogliendo la richiesta avanzata, alcune settimane fa, dal pm Maria Consolata Moschettini – respingendo così l’istanza dei legali della difesa – di procedere senza udienza preliminare, alla luce delle prove in possesso della Procura.
Antonio De Marco, che dal 28 settembre è detenuto nel carcere di Borgo San Nicola, dopo un periodo iniziale di isolamento – dovuto alle norme anti covid, ma anche al timore di comportamenti autolesionistici e a possibili aggressioni da parte di altri detenuti – dalla metà di dicembre è stato spostato in una sezione ordinaria del carcere e dovrà rispondere davanti alla Corte d’Assise di Lecce dell’accusa di duplice omicidio volontario, con l’aggravante della premeditazione, di porto abusivo di arma bianca e crudeltà.
Il gip Torriello ha inoltre rigettato l’istanza di perizia psichiatrica presentata dai legali di De Marco, che avevano chiesto di inserirla nell’ambito dell’incidente probatorio. Il gip Torriello ritiene, infatti, che non si tratti di un elemento “indifferibile”; inoltre, secondo Torriello, l’assunzione della prova porterebbe ad una dilatazione dei tempi del procedimento “irragionevole”. Tale richiesta potrà essere avanzata dalla difesa di De Marco, nel corso del processo.
Il procedimento con rito abbreviato non sarebbe stato ammesso nel caso specifico, secondo quanto stabilito da un recente pronunciamento della Corte di Cassazione – sentenza n.260 del 3 dicembre 2020 – che ritiene inapplicabile il rito abbreviato per gli imputati di reati punibili con l’ergastolo.
Antonio De Marco era stato arrestato appena una settimana dopo l’efferato omicidio dei due fidanzati di Lecce, uccisi con più di 60 coltellate, il 21 settembre 2020, nella loro abitazione di Via Montello, a Lecce.
L’appartamento di via Montello in cui lo stesso De Marco aveva vissuto per diversi mesi, assieme a De Santis, prima che la fidanzata Eleonora si trasferisse in pianta stabile, proprio la sera dell’omicidio.
Nel diario dello studente di Casarano pagine e pagine di odio, frustrazione e voglia di “vendetta”: in un mondo a cui sentiva di non poter accedere e che aveva deciso di sgretolare, a partire da un piano omicida che avrebbe dovuto coinvolgere chi, in quel mondo, era felice.
Nel corso dei diversi interrogatori, in questi mesi, De Marco è sembrato incosciente rispetto alla gravità delle sue azioni, quasi anestetizzato. Le ragioni di quella mattanza non hanno mai trovato una reale spiegazione: nessuno screzio con i due fidanzati, nessun diverbio, nessun conto in sospeso.
Eppure, De Marco, forse aveva già deciso di uccidere quando fece una copia delle chiavi dell’appartamento di Via Montello – prima di lasciare l’abitazione a fine agosto – o quando a poche settimane dal duplice omicidio scrisse per la prima volta di Daniele nelle pagine del suo diario “(…) ho deciso di uccidere Daniele, voglio prendermela con qualcuno, perché devo essere l’unico a soffrire”, mettendo, infine, nero su bianco un cronoprogramma di morte consumato con una crudeltà disumana.