Al termine dell’ennesima riunione del CIS il sottosegretario Mario Turco si è prodotto, a favore di telecamere e giornalisti, nel resoconto dei risultati conseguiti nell’anno, arrivando a stimare di aver “movimentato” 400 milioni di euro.
In pratica è stato il trionfo della “politica degli annunci”, perché di tutti questi progetti non si è visto ancora nulla di concreto sul territorio, se non uno striminzito call center di una nota azienda di sigarette.
È la stessa politica degli annunci roboanti, nonché delle promesse futuribili, che a Taranto ha fatto la fortuna di tanti sconosciuti del M5S proiettati in Parlamento, o al Governo come il senatore Mario Turco, fermo restando poi dimenticarsi di mantenere le promesse della campagna elettorale.
Mario Turco è l’emblema di questo modus operandi: aveva promesso ai suoi ingenui elettori di chiudere lo stabilimento siderurgico, per poi rimangiarsi tutto, e proporci oggi un accordo Arcelor Mittal-Invitalia che – come lui stesso ha candidamente ammesso – non è la soluzione del Dossier Taranto.
L’accordo, siglato a Roma sulla testa dei tarantini e dei loro amministratori, è solo un ennesimo escamotage per guadagnare tempo evitando di affrontare il problema, magari trovando quella soluzione promessa dal Premier Conte ai Tarantini giusto un anno addietro, nella sua patetica visita in fabbrica in maniche di camicia.
Nell’occasione il sottosegretario Mario Turco ha citato anche Agromed vantandosi di aver recuperato, grazie a una delibera CIPE, oltre dieci milioni di euro inutilizzati da tanti anni: ma questi denari pubblici serviranno a fare cosa?
In oltre otto mesi dalla delibera del CIPE – annunciata trionfalmente da Mario Turco in aprile – come sono stati investiti questi dieci milioni di euro? Quali le ricadute riscontrate sul territorio?
Nessuna, se non creare l’ennesimo carrozzone per dare consulenze e prebende varie. Dico questo perché il progetto presso lo stabilimento ex Miroglio di Castellaneta è stato, come era fin troppo facile prevedere, bloccato dalla magistratura per una serie di problematiche ben note da tempo a tutti.
E infatti i manager di Agromed hanno persino prospettato di spostare il progetto a Grottaglie, in un capannone che non ha spazi adeguati.
Se questi sono gli interventi che promette Mario Turco per il nostro territorio, possiamo racchiuderli tutti in un “libro dei sogni”, con buona pace dei tarantini – pochi in vero – che continuano a credere alle promesse del M5S.
Taranto merita di più di un libro dei sogni con promesse irrealizzabili, merita politici e governanti che abbiamo il coraggio di affrontare i problemi con soluzioni concrete e realizzabili in tempi brevi e certi.